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Minestra estiva di pomodori e peperoni

Da Povna @povna

Per celebrare il ritorno in patria, e nella piccola città, oltre a nuotare forsennatamente (ché con questa settimana anche la nuova piscina va in vacanza, e si deve fare scorta), la ‘povna ha prima comprato (al mercato biologico), poi cucinato, quindi mangiato (con l’aiuto degli amici, e anche senza) una catinata di verdure di ogni tipo. Perché la dieta crucco-svizzera è stata a suon di birrette, molti formaggi e molta carne (tutte e tre queste cose buonissime). A colazione non potevano mancare muesli e frutta, ovviamente – ma il versante dei contorni è restato tutto sommato latitante, e per la ‘povna, invece, se non ci sono pomodori non è estate.
Così, tra una ratatouille, una crepe al forno ripiena di salmone affumicato, robiola e radicchi misti, melanzane e peperoni arrostiti (che neppure ormai si contano), la ‘povna ha ripreso una ricetta da un sito che le piace molto, l’ha variata un poco, e se la è fatta sua.
Per farla ci vogliono quattro pomodori medio-grossi di quelli costoluti, maturi, sugosi, densi; una cipolla rossa; un peperone (giallo o rosso); due spicchi di aglio piccoli; timo; basilico. Si tagliano le verdure principali a spicchiettoni, così come capita; poi si dispongono, disordinati, in una teglia (cipolle, pomodori, peperoni – misti); si cosparge il tutto di basilico tritato (rispetto alla ricetta originale, questa è una aggiunta della ‘povna), aglio schiacciato e timo fresco; e di una marinata composta di acqua, sale, e un cucchiaino di olio (lo garantisce: basta); poi, si caccia tutto in forno (ventilato, sopra e sotto, a temperatura massima) e si tiene a fare una mezz’ora abbondante. Quando le verdure sono pronte (belle raggrinzite, e che hanno rilasciato il buon sughetto), lo si vede ad occhio. A questo punto si cacciano fuori e si mettono in pentola; si cospargono di paprika dolce (seconda variante della ‘povna: la ricetta originale prevede la harissa, ma a lei non piace, troppo piccante), si aggiunge un poco di acqua ulteriore, se serve (alla ‘povna no, perché i costoluti ne avevano fatta di loro, a sufficienza), si prende il minipimer e si frulla.
Il risultato è una crema rossa, rossa, dal sapore deciso, e buonissimo. La cosa migliore, è mangiarla subito, così come è, tiepida. Ma va bene pure, metti caso avanzi, scaldarla con prudenza un poco.
La ‘povna se la è gustata proprio volentieri, sul finire di una delle ennesime giornate di pioggia, e poi vento, sole, cielo blu e nuvole bianche. Ed è piaciuta pure ad Amico Dietetico, che le è capitato a improvvisare dicendo “No, non mangio!”, e poi se ne è fatte fuori due scodelle, “perché una zuppa così, ‘povna, capisci, è solo tanto sana”.
La ‘povna capisce a tal punto che se la rifarà presto, perché oltre che sana è buona, ed ha la sua importanza. Nel frattempo, va a scuola, lavora per l’altro mondo, vede amici e parenti, legge, fa le lavatrici e si prepara all’ennesima partenza. Che la prossima settimana (e sarà bello), lo sceneggiatore, a sorpresa, dice Albione.


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