Andrea Gastaldello arriva a questo disco dopo due collaborazioni – da avere – con Andrea Faccioli e Cristiano Deison. Static esce per Kvitnu, etichetta ucraina che va a caccia anche in Italia (Matter, ad esempio), ed è firmato dal solo Gastaldello (Mingle), eccettuato il mastering di Eraldo Bernocchi, altra positiva collaborazione, ormai di lungo periodo.
Durante l’ora d’ascolto di Static salgono in superficie elementi dub e trip hop che – sempre in penombra – si mescolano ad altri di matrice glitch/idm. Ci sono delle asperità, dunque, ma per contro ci sono sovente bassi molto morbidi e suoni espansi/indefinibili che deformano la percezione, per questo accanto agli spigoli di “Sevi Lwa” si trovano le distese di “Dummies” e il (quasi) vuoto sconfortante di “Slow”. Nessuna delle due tendenze prevale mai in modo netto, è come se ogni volta si cercasse un bilanciamento, quindi si potrebbe vedere Static come un lavoro maturo e meditato (aiuta in questo una produzione pulitissima), che proprio per questo non ti spara mai in mezzo agli occhi, ma ti porta alla deriva con sé, senza fretta. Per chi ha pazienza (e buone cuffie).
Tracklist
01. Final
02. Afterdark
03. Words
04. Static
05. Sevi Lwa
06. Dummies
07. Slow
08. Conditions
09. Solitude
10. Too Late
11. Fate
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