Mini IMU 2013: il Governo ci ripensa ma si rischia un pasticcio

Creato il 02 dicembre 2013 da Ediltecnicoit @EdiltecnicoIT

E adesso il Governo ci ripensa. Dopo il clamore suscitato dalla Mini IMU che avrebbe costretto, il prossimo 16 gennaio 2014, i proprietari di prima casa di oltre 2.000 Comuni italiani a mettere mano al portafoglio per coprire la parte dell’aliquota base eccedente lo 0,4% decisa dalle amministrazioni comunali, l’Esecutivo Letta sembra tornare sui propri passi e pare deciso a intervenire per cancellarla definitivamente.

In effetti, il reperimento delle risorse per coprire anche la Mini IMU decisa dai Comuni che hanno innalzato l’aliquota base non pare un ostacolo insormontabile: stiamo parlando, infatti, di circa 150-200 milioni di euro.

L’ipotesi al vaglio del Governo per evitare il Supplemento IMU è quella di chiedere un aumento dell’acconto IVA dovuto il prossimo 27 dicembre e che oggi si attesta all’88%. In effetti è l’unico incremento degli acconti possibile, poiché IRES e IRPEF sono già stati “adeguatamente” aumentati.

Il problema ormai è che, da un vero e proprio pasticcio tecnico, la vicenda del Supplemento IMU si sta trasformando in un guaio politico e che le forze che sostengono la maggioranza di Governo vorrebbero evitare.

Anche se tecnicamente il Governo ha mantenuto la promessa di abolire l’IMU sulla prima casa, il distinguo tra aliquota base (a carico dello Stato) e incrementi locali (a carico dei Comuni) appare difficile da fare digerire ai contribuenti con evidenti ricadute di immagine e di voti.

Come ha anticipato il Corriere della Sera, in via XX Settembre stanno riflettendo sulle modalità per scongiurare l’appuntamento del 16 gennaio. Tra queste vi è quella, invero molto complicata, di fare pagare il Supplemento IMU e poi restituirlo … ma se questa fosse la realtà a pasticcio si aggiungerebbe un altro pasticcio!

“Prima ancora di pensare a dove trovare i soldi”, scrive Mario Sensini sul Corsera, “bisogna calcolare esattamente la spesa, cioè quanto serve per coprire il 40% della differenza tra l’aliquota base dello 0,4% e quella decisa dai Comuni, che sarebbe a carico dei cittadini”.

Infatti, le delibere dei Comuni di aumento dell’aliquota IMU dovevano essere approvate entro il 30 novembre, ma possono essere pubblicate fino al prossimo 9 dicembre. E c’è di più. Il decreto che ha cancellato l’IMU sulla prima casa ha anche stabilito che queste delibere abbiano valore legale solo con la pubblicazione sul sito istituzionale del Comune stesso e non sul sito internet del Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia.

Insomma, un gran caos dal quale il Governo sta cercando di trovare una via d’uscita, anche se i tempi stringono. E l’ipotesi dell’aumento dell’acconto IVA propone poi la successiva compensazione nel 2014 che sarebbe, a sua volta, coperta da un aumento delle accise su carburanti, alcol e tabacchi.


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