Trama: Dopo la morte della madre, Blaire, diciannove anni, si ritrova sola, senza casa, soldi, né speranze per il futuro. Non le resta che raggiungere, controvoglia, il padre che l'ha abbandonata anni prima. Troverà invece una sorpresa in carne e ossa: Rush, l'affascinante e rude fratellastro, le farà scoprire un mondo nuovo, fatto di soldi, tentazioni e segreti. Il rapporto tra Blaire e Rush, all'inizio difficile, si trasforma in una potente attrazione, impossibile da contenere. Il loro legame li porterà ad abbandonare ogni tabù e a lasciarsi andare fino in fondo, ma anche a scoprire una verità che potrebbe dividerli per sempre.
...perché diciamolo, stilisticamente parlando non c'è molta differenza fra i precedenti libri pubblicati sempre per Mondadori e Irraggiungibile, è tutto molto semplice, scorrevole, drammatico, arricchito di quel tipo di pathos di facile approccio, che finisce per occupare la mente con una funzionante storia d'amore. Si, funzionante, che è l'unica differenza con la serie dei Vincent. Non avevo trovato molto di cui emozionarmi di fronte allo sciatto uso del sesso e al tradimento pietoso di Ash e Beau, il che mi aveva fatto storcere le labbra e dare un due al libro. Non c'era nulla che andasse bene -un po' di sesso volgare piazzato qui e lì, l'implacabile senso di colpa a cui nessuno però cercava di porre davvero rimedio, qualche scazzottata, il tutto raccontato in maniera terribilmente insulsa. Di lodevole avevo notato solo, forse, il modo in cui la Glines creare e si calava perfettamente in quelle trame così teatralizzanti.
In questo, l'autrice non mi ha delusa nemmeno qui. Ha creato un particolarissimo (e altamente drammatico, ma in modo buono) intreccio di personaggi, sentimenti ed eventi passati che rimane come un saporaccio in gola, specie per come finisce il romanzo. A Blaire sono morte la sorella gemella e la madre, e l'unico parente in vita rimasto è suo padre, che le ha lasciate per farsi una nuova famiglia quando Valerie è morta e la madre si è ammalata di cancro. Per tre anni ha dovuto lavorare al fine di pagarle le medicine, ma la vita l'abbandona e Blaire rimane sola. La sola cosa che non vorrebbe mai fare a mondo è chiedere aiuto a lui, ma non ha altro posto dove andare finché non trova un lavoro e un posto dove stare. Perciò suo padre la manda a casa di Rush, figlio della sua nuova moglie e di un precedente amante di questa. Rush è più grande di lei di cinque anni, ma non c'è modo che l'età possa smorzare l'attrazione che prova per lui, e che tenterà di combattere con tutto (?) il suo orgoglio. Beh, si, in quanto a forza di volontà i personaggi della Glines sono un po' carenti, su questo non ci piove. Dal mio punto di vista, Blaire passa da un livello di apprezzamento mediocre ad altri più bassi, e ho dovuto fare qualche sforzo per non prenderla a schiaffi, ma ha saputo trovare il modo di rimettersi in piedi e addirittura architettare pensieri e risposte ammirevoli, per cui l'ho tollerata. Rush è forse uno dei più riusciti personaggi maschili della Glines di cui abbia letto fin'ora. Il classico bad boy dalle mille in una notte, è vero, ma non appena il suo rapporto con Blaire diventa più profondo non cerca di dissimulare trovando un'altra compagna di letto. E' qualcos'altro a tenerlo lontano da lei.
E dunque, Blaire è la poveraccia in un mondo lussuoso, pieno di ricchi e viziati figli di papà che usano le persone come lei -Rush non è diverso- e che la disprezzano. Nanette, in particolare, la sorella di Rush. Chissà perché... Evidentemente è un difetto genetico, mi sono detta alla fine.
Comunque.
Come ho detto, mi piace il modo in cui l'autrice si cala nei diversi scenari dipinti dalla sua immaginazione. Giusto e sbagliato sono ovvi al lettore così come la facilità con cui si può cedere alle tentazioni del corpo e del cuore -una debolezza del tutto umana, difficilmente contestabile se trattata nel modo giusto. Non che qui sia trattata nel modo giusto, non sono una fan della Glines a tal punto, ma è riuscito a renderlo così coinvolgente ed emozionante, strappalacrime anche se non ho pianto, con tutti quei paroloni e i dubbi e la fragilità, etc etc... che mi sono commossa, a malincuore. E ammetto che questo le abbia fatto prendere un punto in più ai miei occhi. Di diverso, c'è che qui il pathos è reale, e non appiccicato in fretta e furia ad una situazione già così facile da castigare per la sua inesistente moralità, tanto da renderla ancora più penosa.
Sorvoliamo sulle scene di sesso, che sebbene non volgari e ridicole con nei Vincent, mancano ancora di... genuinità. Ho ancora la sensazione di star leggendo fifty shades riadattato al new adult, e nemmeno in maniera eccelsa. La storia mi ha colpito però, e mi sono lasciata coinvolgere da tutto quello che accadeva. Ho apprezzato i personaggi secondari quanto quelli principali -e forse di più, per il loro esser stati imprevedibili.
Perciò si, ho apprezzato in generale, e sono saltata sul letto urlando quando mi sono scontrata con la pagina vuota che mi ha fatto inesorabilmente capire che... avevo finito.
— Guidi il cart con le bibite al campo da golf — concluse, tornando a guardarmi in viso.
— E tu come fai a saperlo?
Mi indicò con la mano. — L’abbigliamento. Pantaloncini aderenti bianchi e polo azzurra. È la loro divisa.
Per fortuna era buio. Avevo la certezza matematica di essere arrossita.
— Li stai stendendo tutti, vero? — domandò in tono divertito.
Avevo guadagnato oltre cinquecento dollari di mance in due giorni. Forse per lui non era una grande cifra, ma per me era enorme. Quindi sì, li avevo stesi tutti.
Feci spallucce. — Sarai felice di sapere che me ne andrò da qui tra meno di un mese.
Non rispose subito. Probabilmente la cosa migliore da parte mia sarebbe stata andare a fare la doccia. Invece feci per bofonchiare ancora qualcosa, e lui si avvicinò. — Probabilmente sì, dovrei esserlo. Felice, intendo. Felicissimo. Invece non lo sono. No, Blaire. — Tacque e si chinò per sussurrarmi all’orecchio: — Mi dici tu perché?
Avrei voluto allungare le mie braccia e aggrapparmi alle sue per evitare di cadere a terra, ridotta in poltiglia. Ma resistetti.
— Stai alla larga da me, Blaire. Dico sul serio, è meglio se tieni le distanze. L’altra notte… — deglutì forte. — Io non faccio che pensare all’altra notte. So che mi stavi guardando, e questa cosa mi fa impazzire. Quindi va’ via, stammi lontana. Anch’io mi sto impegnando per fare lo stesso. — Detto ciò, si girò e tornò di corsa verso casa, mentre io rimasi lì imbambolata a lottare per non trasformarmi in pozzanghera sulla sabbia.
★ ★ ★ ½
Non me la sentivo di scrivere una recensione completa, ero troppo sarcastico-ansiosa per spiccicare più di qualche parola. Consigliato? Si, se riuscite a sopportare le moine difettose e la scene che fanno alzare gli occhi al cielo. Per il resto, molto passionale, molto carino, non ci posso credere che lo sto dicendo. Ma mi ha presa di brutto e ora aspetto il secondo, ugh!