vi è piaciuto allora il mio I-pad-note?
Bene, perchè ho deciso che lo porterò in facoltà e... dimostrrò che è più efficente di un qualunque I-pad muaahhahahahha!!! ... ok. Ora basta.
Il caldo mi sta letteralmente facendo evaporare anche di quei pochi momosi neuroni che mi ritrovo, e faccio di tutto pur di provare a studiare e non pensare alle momosate.
Volevo dedicare questo post alla lettura in soli due giorni de "La solitudine dei numeri primi".
Era da tempo che lo cercavo, poi l'ho abbandonato nel dimenticatoio momoso. Avevo visto il film e mi aveva lasciato qualcosa di... un... non so che cosa, ma qualcosa. Un angoscia, un ombra lieve che svanisce alla luce dell'alba, come i fantasmi.
Ma il libro sono sincera: merita decisamente molto di più. Il film non mi era piaciuto ma non mi era nemmeno dispiaciuto. Il libro invece mi è piaciuto, scritto scorrevolmente, dscrivendo dettagli e caratteri dei personaggi non tanto nella loro estetica esteriore ma quanto nella loro psiche e nel profondo dei pensieri, dando quasi sapori, odori e forme ad essi. Il finale mi ha fatto cadere la mandibola.
Ci sono rimasta male come una voragine dentro scavata nella pancia, un po' come Alice, una dei due protagonisti del libro. Mi sono sentita sola e abbandonata come lei. E questo era una sensazione che non provavo da tempo.
Setirsi soli e abbandonati a se stessi, ai propri problemi e angosce.... davvero non lo sentivo da così tanto tempo. Ogni tanto fa quasi paura provare certe sensazioni, riscoprirle come scheletri nell'armadio, ma altre volte ricordarle ti fa capire quanto sia importante dare valore alle persone che ti stanno accanto. Poche sì, ma importanti per la tua vita. Sapere che tu sei qualcosa per loro, che ci sei. E che loro sono importanti per te.