Buon sabato cari miei! Oggi torno con l'appuntamento dedicato alle storie brevi e ho il piacere di ospitare nuovamente un racconto della bravissima Eilan Moon. La storia si intitola "Presunto colpevole" ed è scritta in collaborazione con la sociologa e allevatrice Antonella Ghidini. Se volete saperne di più leggete la recensione e prendetevi qualche minuto da dedicare al racconto, di cui vi lascio il link. Vi anticipo solo che protagonista di questa storia triste è un animale dolcissimo che non si può non amare: il cane. ^-^
Non tutte le storie hanno bisogno di pagine e pagine per essere raccontate. Ci sono storie che riescono ad avere vita anche con poche parole. Nasce così questo spazio, dove si parlerà unicamente di racconti brevi, e io mi adeguerò alla loro brevità e scriverò solo "Mini-recensioni per mini-Storie". Basta poco per creare!
Se avete un racconto, mi raccomando, non esitate a contattarmi!
MINI-RECENSIONE DI "PRESUNTO COLPEVOLE" DI EILAN MOON E ANTONELLA GHIDINI
Se volete leggere il racconto cliccate qui!
Il cane è il miglior amico dell’uomo. Non è solo un detto, per me è la verità. I cani sono animali insostituibili e meravigliosi, che ci amano e apprezzano per quello che siamo e non ci tradirebbero per nulla al mondo. Ecco perché è ancora più doloroso ascoltare, a volte, storie di cani che hanno improvvisamente aggredito i propri padroni.
Questa è la storia di Ciccio, un affettuoso Terranova, che vive felice insieme alla sua famiglia. Un giorno, mentre poltrisce sul tappeto e guarda la piccola Serena che gioca con le costruzioni e chiacchiera allegramente con la madre Anna, avverte una strana presenza fuori il cancello di casa. Si avvicina al vetro e scorge la figura oscura di un uomo, completamente vestito di nero, che guarda nella sua direzione e, istantaneamente, capisce che è un essere pericoloso. Ringhiando e sbuffando, attira l’attenzione delle presenti che, però, non riescono a capire il suo comportamento. L’uomo entra nella mente di Ciccio e si impadronisce della sua volontà, costringendolo ad aggredire Anna e Serena. Tuttavia, l’amore sconfinato che il cane prova per la bambina lo porterà a fermare la sua pazzia prima che sia troppo tardi.
Eilan Moon, in collaborazione con la sociologa e allevatrice Antonella Ghidini, scrive un racconto che amalgama violentemente realtà e fantasy. La sua scrittura è come sempre semplice e diretta, vigorosa ma delicata. Se dovessi pensare ad un termine per descrivere la sua penna sceglierei sicuramente “umana”. Sì, perché, attraverso le sue parole e le sue riflessioni, Eilan riesce sempre a far trapelare la sua visione solidale della realtà. C’è sempre compassione e dolcezza nelle sue storie, anche se sono velate da quell'impronta fantasy-horror che rappresenta il suo marchio di fabbrica.
Come mi ha raccontato la stessa autrice, questo racconto è molto importante per lei perché tratta una tema delicato e inspiegabile. Perché alcuni cani vengono presi da questi assurdi attacchi di follia e fanno del male proprio a coloro che amano incondizionatamente? Cosa c’è dietro alla loro condotta? Può essere un comportamento indotto da elementi sovrannaturali? Ecco, Eilan tenta di dare una propria spiegazione a questi avvenimenti illogici e ci riesce alla perfezione, donandoci una visione nuova e decisamente inquietante delle cause che sono alla base di questi attacchi di follia animale.
Il racconto è molto toccante e mentre lo leggevo sono stata assalita da una sensazione di vuoto e dispiacere. La narrazione è in terza persona, ma ci sono delle parti in cui vengono esposti i pensieri di Ciccio, creando un’alternanza ritmata che tiene alta l’attenzione e avvicina maggiormente a questo povero cane che si trova, contro la sua volontà, a fare delle cose orribili. C’è molto sentimento in questo racconto e si percepisce il coinvolgimento assoluto delle due autrici, che riescono in modo naturale e spontaneo a trasmettere al lettore le loro idee e le loro sensazioni. È sicuramente una storia dolorosa e straziante, soprattutto se ci si sente vicini a questi animali, e devo ammettere che, mentre leggevo dei ricordi che Ciccio aveva vissuto con la sua famiglia e che sfogliava nella sua testa mentre si trasformava in questa figura negativa e tentava di liberarsi dal giogo dell’uomo oscuro, avevo le lacrime agli occhi perché mi sono ritrovata in quella situazione insieme a lui, che è solo un colpevole fittizio, anzi vittima, e avrei voluto confortarlo e proteggerlo da quel male inspiegabile.
“Presunto colpevole” è un racconto profondo e commovente, che vi consiglio di leggere perché esplora uno degli interrogativi più dolorosi che ci siano in questa realtà e perché è un modo originale e fantasioso di dare voce a questi poveri cani che si trovano in un attimo ad essere i carnefici della propria felicità.
Monia Iori