Minimum Viable Product: tecniche e approcci

Da B2corporate @b2corporate
Nei giorni scorsi abbiamo parlato di Innovation accounting termine coniato da Eric Ries nel suo libro The Lean Startup, che suggeriamo vivamente di leggere.
Abbiamo ricevuto diverse mail, che ci hanno invitato a continuare a diffondere queste tematiche.
Accettiamo volentieri l’invito di voi utenti e oggi parliamo di una di uno dei più importanti key factor della lean startup: il MVP acronimo di minum viable product.
 
Secondo Eric Ries, la domanda di partenza da porsi per chi si trova nella situazione di creare un nuovo prodotto/servizio/busienss unit è la seguente: Perché tu vuoi creare un prodotto?
Le risposte potrebbero essere le seguenti:
1)    Voglio Deliziare i clienti
2)    Volgio incrementare le registrazioni al mio sito
3)    Voglio fare molti soldi
4)    Voglio essere un visionario e realizzare qualcosa di grande capace di cambiare il mondo
Ma Quali sono gli approcci possibili da seguire?
Secondo Eric Ries possiamo distinguere i due approcci:
1)    Massimizzare le possibili chance di successo
2)    Realizzare prima, realizzare spesso

Il primo approccio sposa la filosofia di realizzare un prodotto d’impatto e arricchito di caratteristiche originali, che sono quelle che vogliono i clienti.
Si pone tuttavia un problema da tenere in considerazione: non ci sono feedback fino alla fine e ciò potrebbe portare all’impossibilità di attuare aggiustamenti successivamente.
Il secondo approccio invece punta sul fatto di avere più feedback possibili e il prima possibile

Anche qui si pone tuttavia un problema da tenere in considerazione
: c’è il rischio di correre in un circolo vizioso inseguendo ciò che si pensa che i clienti vogliano.
Il concetto di MVP da intendere come quel minimo set di caratteristiche da considerare per apprendere dall’earlyevangelist ( visionary early adopter).
Questa tecnica fondamentalmente aiuta a:
-    Impedire di realizzare prodotti che nessuno vuole
-   Massimizzare l’apprendimento per dollaro spesso
Quale utilità si può ottenere ragionando in logica di MVP?
In primo luogo occorre sottolineare il fatto che  il cliente visionario se considerato come driver del prodotto può contribuire a ridurre il gap relativamente alle caratteristiche mancanti nel caso in cui il prodotto risolve un problema reale; in secondo luogo la logica MVP ci permette di ottenere una big vision attraverso piccole migliorie senza necessariamente scivolare in un circolo vizioso. Infine richiede un costante impegno all’iterazione.

Lo schema successivo evidenzia un esempio di sviluppo di prodotto in logica di lean startup:

Eric Ries suggerisce poi alcune tecniche di applicazione:
1)    Smoke testing con una landing page
2)    SEM secondo la logica dei 5$ per day
3)    In product split testing
4)    Paper prototypes
5)    Customer discovery/validation
6)    Removing feature (cut and paste)
Qui di seguito viene proposto sul tema un video di Eric Ries:

Per ulteriori approfondimenti: http://www.startuplessonslearned.com/


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