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MiniReview: “Deathless”, Catherynne M. Valente.

Creato il 28 luglio 2015 da Chiara

Libro consigliatomi dalla mia anima gemella, inutile dire che l’ho amato moltissimo – e non c’erano dubbi a riguardo, perché quando una persona è la tua anima gemella, lo è persino nei libri che legge e ti impone di leggere. Chiusa questa piccola, ma doverosa, premesse, vi auguro un buonissimo inizio di settimana!

MiniReview: “Deathless”, Catherynne M. Valente.
Titolo: Deathless (Deathless #1)
Titolo originale: Deathless (Deathless #1)
Autore: Catherynne M. Valente
Editore: Corsair
Pagine: 352
Anno: 2011

A glorious retelling of the Russian folktale Marya Morevna and Koschei the Deathless, set in a mysterious version of St. Petersburg during the first half of the 20th century. Child of the revolution, maiden of myth, bride of darkness.
A handsome young man arrives in St Petersburg at the house of Marya Morevna. He is Koschei, the Tsar of Life, and he is Marya’s fate.
Koschei leads Marya to his kingdom, where she becomes a warrior in his tireless battle against his own brother, the Tsar of Death.
Years pass. Battle-hardened, scarred by love, and longing for respite, Marya returns to St Petersburg – only to discover a place as pitiful as the land she has just fled: a starveling city, haunted by death.
Deathless is a fierce story of life and death, love and power, old memories, deep myth and dark magic, set against the history of Russia in the twentieth century. It is, quite simply, unforgettable.

MiniReview: “Deathless”, Catherynne M. Valente.

COSA MI È PIACIUTO

  • L’ambientazione. La Russia della Rivoluzione è un una parentesi spazio-temporale che ha su di me un fascino incomparabile, mi prende e non mi lascia più andare, e la Valente è stata capace di ricostruirne uno spaccato che è così vivido, così reale, così assolutamente particolare da lasciare senza fiato. Pagina dopo pagina, l’impressione di non essere più nella mia cameretta a Forlì ma in un paese dai contrasti violenti, opulento anche nella miseria, affilato d’inverno e generoso d’estate si è fatta via via più forte, fino a sradicarmi totalmente dal mio presente per catapultarmi in un mondo dove realtà e folklore sono così sapientemente calibrati da rendere impossibile distinguere il punto esatto dove uno inizia e l’altro finisce.
  • I personaggi. Costruiti magistralmente, sviluppati in maniera coerente e mai banale, unici, inconfondibili, con voci talmente particolari da saltare letteralmente fuori dallo schermo del kobo e prendere vita davanti ai miei occhi, trascinandomi in un mondo vivido quanto loro. Marya, Koshei, Ivan, tutta la schiera di creature prese in prestito dal folklore russo… non c’è davvero modo per descrivere a parole la straordinaria personalizzazione che l’autrice ha saputo cucire su ogni nome, facendo vivere l’inchiostro, dandogli la forma di qualcosa di unico e irripetibile.
  • La storia. Eccezionale. Non c’è niente da fare, la Valente ha fatto bene i compiti e si vede: il contesto storico è impeccabile, la trama vi s’incastra con una naturalezza strabiliante e la narrazione scandisce un ritmo maestoso, mai troppo veloce o troppo lento, snodandosi attraverso gli anni senza fatica, accompagnando il lettore attraverso le ombre e le luci di una terra dai contrasti vibranti e il passato imponente. Fiaba e realtà si mischiano, amalgamando un racconto che coinvolge e cattura, che rende impossibile immaginare che sia solo frutto di una fantasia straordinariamente feconda e sapientemente utilizzata.
  • Lo stile. Perché si, per quanto il mio inglese non sia tale da permettermi di apprezzare le più piccole sfumature di una lingua che non è la mia, devo riconoscere che il modo in cui questo libro è scritto ha qualcosa di magico. Le parole hanno una consistenza che buca le pagine – o lo schermo del kobo, nel mio caso – e un sapore che è difficile ignorare, figuriamoci dimenticare.

“Deathless is a fairytale”, scrive Giovanna su Goodreads, “and is as dark and sweet and lovely as only a fairytale can be”. Ed è proprio così, senza mezzi termini e senza mezze misure: la scrittura non è che l’ennesimo riflesso di un libro ben scritto, ben pensato e ben costruito, che vi ruberà il cuore senza mostrar segni di rimorso, consegnandovi ad un mondo che che vibra di ombre e luce, facendosi ora metafora e ora fotografia, respirando magia e cruda realtà, costringendo il lettore a piegarsi alle ragioni della leggenda popolare che si anima e s’impone in una realtà impregnata di gelido, crudele cinismo.
Leggetelo, amatelo, custoditelo con cura: non vi deluderà.

Let the truth be told: There is no virtue anywhere. Life is sly and unscrupulous, a blackguard, wolfish, severe. In service to itself, it will commit any offense. So, too, is Death possessed of infinite strategies and a gaunt nature- but also mercy, also grace and tenderness. In his own country, Death can be kind.



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