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MiniReview: “Rimani con me”, J. Lynn

Creato il 27 febbraio 2015 da Chiara

MiniReview: “Rimani con me”, J. LynnTitolo: Rimani con me (Wait for you #3)
Titolo originale: Stay with me (Wait for you #3)
Autore: J. Lynn/Jennifer L. Armentrout
Editore: Narrativa Nord
Anno: 2014
Pagine: 360

Sinossi

Avevo deciso di andarmene lontano
Avevo deciso di chiudere tutte le porte
Avevo deciso d’ignorare il mio cuore
Ma poi tu hai invaso la mia vita…

Lo studio è la sua salvezza. Per troppi anni, da quella maledetta notte che ha mandato in fumo tutte le sue speranze, Calla ha vissuto in un limbo di dolore e di rimpianti. Un limbo da cui è uscita grazie all’università, che le ha offerto una seconda occasione. Almeno fino al giorno in cui scopre che la madre – con cui lei non parla da anni – le ha prosciugato il conto, impedendole d’iscriversi all’ultimo anno. Calla è quindi costretta a tornare a casa per affrontare la donna che, ancora una volta, rischia di distruggere i suoi sogni. Tuttavia, dietro il bancone del bar gestito della madre, trova Jax James. Ammalianti occhi scuri e fisico mozzafiato, Jax è il genere di «distrazione» che Calla non può permettersi in un momento simile. Jax però non ha nessuna intenzione di farsi mettere da parte, anzi sembra sempre pronto ad aiutarla e a tirarle su il morale, con quel suo atteggiamento spavaldo e il sorriso disarmante. E, per la prima volta dopo tantissimo tempo, Calla sente di non essere più sola ed è come se il vuoto che ha dentro si stesse a poco a poco colmando. Ma, quando inizia a ricevere minacce e strane visite nel cuore della notte, Calla si rende conto di essere stata trascinata in un gioco pericoloso e molto più grande di lei. Il legame con Jax le darà la forza per superare anche questa prova o sarà la «debolezza» che la farà crollare?

«Allora, hai progetti per stasera?»
Lo fissai. Stava flirtando con me? Mi stava invitando a uscire? Non potevo crederci. Certe cose succedevano alle ragazze belle e popolari. Non a me. Mai a me. Eppure lui inchiodò quegli occhi stupendi nei miei e, per un momento, dimenticai come si respirava.
«Nel caso non fossi stato chiaro, mi spiego meglio: vorrei sapere se sei libera e se stasera ti va di andare da qualche parte con me.»

MiniReview: “Rimani con me”, J. Lynn

A mia discolpa, avevo voglia di una romance.
Un storia facile, un po’ di azione sotto le lenzuola, un lieto fine che si trascinasse via gli avanzi di questi cinque giorni di malattia. E se la lettura precedentemente ha perfettamente centrato l’obiettivo, regalandomi un pomeriggio semplicemente adorabile, Rimani con me di J. Lynn non ha neppure capito quale fosse, quell’obiettivo.
Calla ha ventun anni e per ventun anni non ha fatto altro che studiare. Non ha mai visto il mare, non è mai stata in un parco divertimenti, non ha mai mangiato semolino – e una vita senza gnocchetti di semolino in brodo, ve lo dico, non vale la pena di esser vissuta – né ha mai avuto/baciato un ragazzo. In soldoni è completamente digiuna di quella che si può pacificamente definire “vita” e ogni sua energia è dedicata al conseguimento del titolo di studio che le permetterà di trovare poi un lavoro e vivere una vita dignitosa, lontana dallo spettro senza nome e senza volto che è il suo passato. Purtroppo non ha fatto bene i conti con il passato, che bussa alla sua porta dopo averle prosciugato il conto in banca e la costringe a tornare sui suoi passi, nella sua città d’origine, in cerca di risposte e di un lavoro con cui far fronte all’indicibile macello finanziario in cui è stata scaraventata. È qui, nel bar della madre che non ha detto a nessuno essere ancora viva, che incontra Jax, questo ragazzo spaventosamente bello che la accoglie da dietro il bancone offrendole un drink e una serie di battute da provolone doc. Fatalità vuole che sia proprio questo straordinario esemplare umano di sesso maschile a rivelarle quanto terribile sia la sua situazione attuale, con una madre invischiata in un giro di droga da milioni di dollari e in fuga dall’ira di un signore del crimine destinata, potenzialmente, ad investire anche Calla.
Tutta la trama, di per sé, è decisamente surreale. Una ragazza di ventun anni che, per quanto priva di qualsiasi esperienza di vita, dichiara di voler prendere le distanze dal proprio passato per tutelarsi e proteggersi e poi si trova a vivere tutta una serie di situazioni che disegnano un’escalation vera e propria di violenza non fa finta di niente, non si affida ad un ragazzo conosciuto per caso di cui non sa nulla, ma va dalla polizia e fa tutto il possibile per collaborare con chi di dovere. Non è credibile che una persona come è Calla – con i piedi per terra e un progetto di vita che, per quanto vago, ha un suo perché e una sua ragione d’esistere – non si mette a giocare all’investigatrice privata per salvare le chiappe ad una madre drogata, di cui si vergogna, con cui per anni non ha più voluto avere a che fare. Passi che la mamma è la mamma, ma no. E soprattutto non lo si fa con qualcuno che si ha appena conosciuto e che, in maniera piuttosto insistente allunga le mani, ci prova pesantemente e non solo si auto invita in casa, ma persino nel letto di una ragazza che, a torto o a ragione, ha messo bene in chiaro di non volere niente di tutto questo.
La verità è che vorrei potervi dire che Jax è un personaggio meraviglioso, con le sue croci e le sue cicatrici, il ragazzo ideale a cui affidarsi e tutta la manfrina di rito, ma per tutta la durata del romanzo non ho potuto fare a meno di sentirmi infastidita dalla sua arroganza e dalla prepotenza con cui si è insinuato nella vita di Calla – o nel letto, di Cala, o in casa, di Calla, o negli affari, di Calla – senza mostrare il ben che minimo di rispetto per la sua volontà. Se una ragazza ti dice di no, è no, non no, però sei libero di toccarmi a tuo piacimento, fare quello che preferisci e oh, non ci son problemi se ti infili nel mio letto e mi abbracci eh! È una cosa che mi fa imbestialire ed è evidente che l’intento dell’autrice era quello di creare un giovane eroe moderno, l’ex soldato che nonostante i traumi ha i nervi saldi e la situazione in pugno, ma è altrettanto ovvio che non solo ha perso di vista l’obiettivo finale – trasformandolo in un maniaco del controllo con reazioni piuttosto violente e totalmente immotivate e ingiustificate nonostante le rivelazioni finali – ma lo ha calato in un contesto di criminalità organizzata tale da rendere assolutamente impensabile una risoluzione casalinga, “alla buona”, che potesse essere credibile. E infatti alla fine la soluzione proposta è patetica, debole, surreale come l’intero romanzo dove a due protagonisti stupidi si affiancano dei personaggi secondari uno peggio dell’altro. Sarà che ho letto questo volume, il terzo della saga, senza aver neanche buttato un occhio ai capitoli precedenti, ma l’impressione che ho avuto è stata di un libricino raffazzonato, con dinamiche relazionali estremamente forzate per suggerire da un lato una passione a prima vista destinata a sfociare in un grande amore – ma sporca delle imposizioni di lui, del tutto irriguardoso di quelle che, sul momento, erano le esigenze di lei e questo senza scendere nel dettaglio del suo rapporto con Aimee, ex avventura, che è piuttosto squallido – e dall’altro delle amicizie perfette, tutte sorrisi e affetto, ma nel complesso tirate e fondate sul niente, perché i dialoghi tra amici sono così poveri da dar fastidio.
Rimani con me si è rivelato una vera delusione, farcito di banalità e forzature, popolato da personaggi che per carità, no grazie, eppure le recensioni che si trovano online sono quasi tutte positive. Non so se si tratti di un mio problema, se ci ho visto cose che effettivamente non c’erano, ma la mia impressione complessiva verte al negativo marcato e l’unico motivo per cui gli do due libricini è perché l’ho letto effettivamente in pochissimo, in quanto per niente impegnativo.
Qualcuno di voi l’ha letto? Personalmente mi farebbe piacere discuterne con voi, quindi fatevi sotto!



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