Informazione Scorretta
Il segretario alla Difesa americano Chuck Hagel riconosce che, mentre Israele e gli Stati Uniti condividono l’impegno di garantire che l’Iran non acquisisca un’arma nucleare, ci “possono essere alcune differenze” sulla decisione di attaccare e quando Teheran.
Ci potrebbe essere una divergenza nella valutazione della tempistica della minaccia iraniana.
L’ultima visita di Hagel in Israele ha evidenziato un segreto di pulcinella: l’amministrazione Obama non ha motivi per lasciarsi trascinare in un nuovo conflitto. Ma avendo un’alleanza così stretta c’è stato necessario addolcire la pillola.
Hagel è arrivato a Tel Aviv con due notizie: una buona e una cattiva.
La buona notizia è che ha portato armi per miliardi di dollari che permetteranno a Israele di usare velivoli Osprey V-22, aerei cisterna e missili anti-radar per eliminare le difese aeree nemiche.
La fornitura delle più innovative armi americane a Israele è stata progettato per mostrare a Teheran che una soluzione con la forza del problema nucleare iraniano resta sul tavolo.
“Non credo che ci sia alcun dubbio che sia un altro segnale molto chiaro all’Iran” ha detto lo stesso Hagel.
Poiché Israele non ha una frontiera comune con l’Iran, avrebbe bisogno di fare rifornimento suoi bombardieri e aerei da combattimento per arrivare nello spazio aereo iraniano. L’Iran ha anche difese aeree molto buone, per questo servono missili aria-superficie anti-radar per attaccarlo.
La cattiva notizia è che, nonostante le parole di Hagel, c’è una differenza tra la percezione di Washington e quella di Tel Aviv sulla tempistica e la necessità di attaccare.
“Quando si scende giù nello specifico nel merito e nei tempi della questione, ci possono essere alcune differenze”, ha affermato lo stesso Hagel.
Durante la sua prima visita in Israele come capo del Pentagono, Chuck Hagel ha quindi consegnato un messaggio da parte dell’amministrazione Obama: spetta a Israele a decidere quando fare un attacco preventivo sui cittadini iraniani.
“Israele deciderà cosa deve fare per proteggere se stesso” sempre Hagel.
Il che potrebbe anche significare che nel caso in cui l’azione militare israeliana contro l’Iran vada male, la diretta assistenza militare degli Stati Uniti non è garantita.
“L’Iran è una minaccia – una minaccia reale,” ha riassunto Hagel, ma ha sottolineato che le sanzioni economiche internazionali sono già diventate un dolore tremendo per Teheran e che a loro volta potrebbero eventualmente influenzare i risultati delle elezioni presidenziali a giugno. Pertanto l’utilizzo della forza militare rimane l’opzione di ultima istanza.
Forse l’ultima volta che Israele ha potuto contare sugli Stati Uniti per attaccare l’Iran è stato nel 2008, ma la guerra lanciata dal presidente georgiano Mikhail Saakashvili in Ossezia del Sud, vicino al confine iraniano, ha rovinato il gioco.
Eppure Hagel ha assicurato a Tel Aviv che il diritto di autodifesa di Israele non è in discussione.
Staremo a vedere le scelte del pericoloso stato sionista e l’appoggio dell’altrettanto pericoloso alleato statunitense. Per il momento le sanzioni economiche, seppur Teheran sia in crescita e si sia difeso bene, hanno creato profondi disagi alla popolazione iraniana, in spregio di ogni diritto umano, che gli stessi Usa dicono a parole di voler difendere.