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Ministro Gelmini: testi scolastici di sinistra il problema esiste?

Da Simonetta Frongia

Ministro Gelmini: testi scolastici di sinistra il problema  esiste?

Dal libro si vede il mondo (come sembra suggerire Quint Bucholz) e sé stessi nel mondo. Nel libro riposo e mi ritempro, mi rifugio e mi metto in salvo, cresco e scaccio la mia povertà, mi cullo e mi risveglio, torno a me e trovo la forza per tornare al mondo.Finché esisteranno libri da leggere sarò salva.


(IAMM) Il Ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini appoggia nel merito l'iniziativa della parlamentare Gabriella Carclucci alla guida di un gruppo di 19 deputati del Pdl che chiede una commissione parlamentare d'inchiesta per verificare "l’imparzialità dei libri di testo scolastici", in particolare dei testi di storia, colpevoli secondo i parlamentari di denigrare la figura del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. "Il problema dei libri di testo scolastici resta un tema aperto, anche se sull'opportunità di affrontarlo con una Commissione di inchiesta come proposto dalla parlamentare PdL Carlucci, deciderà il Parlamento" ha dichiarato la Gelmini parlando con i giornalisti e ha aggiunto "Quello dei libri di testo è un tema che ricorre spesso; penso che, in generale, nei libri di testo non debba entrare la politica ma una visione oggettiva di fatti e soprattutto di eventi storici"La proposta del Pdl risale al 18 febbraio scorso ed ha suscitato da subito la dura reazione dell'opposizione del Partito democratico che definisce "vergognosa" la richiesta dei deputati. Per l'Idv si tratta invece di "revisionismo strisciante".
Pubblico la notizia per intero in modo da poter fare alcune puntualizzazioni. Premetto che questa notizia non avrebbe neppure meritato la pubblicazione a parer mio, ma siamo in un paese dove il gossip è più forte dell'informazione e, ci troviamo costretti alcune volte a parlare anche di problemi lana caprina. Negli ultimi anni il mercato dell'editoria scolastica assomiglia sempre più a quello di qualunque altro settore: il “prodotto” viene superato rapidamente da “nuovi modelli”, che nella maggior parte dei casi hanno il merito di veder cambiato il titolo, l'impaginazione, il colore di copertina; è il caso della “Nuova edizione”, dove in realtà i contenuti non cambiano. Alcune case editrici hanno il merito di sfornare manuali a getto continuo, con l'intento di saturare il mercato con la propria presenza, potendo contare su pattuglie di autori e robuste redazioni.Il vero cambiamento è quello del non affidarsi più ai classici manuali basati sulla fama dell' autore (cito ad esempio il Villari o il De Rosa che per decenni hanno tenuto banco in ogni scuola, questi purtroppo però continuano a sopravvivere ancora nelle facoltà universitarie), i nuovi libri di storia sono scritti a più mani per dare un idea più ampia ed articolata dei problemi in essi trattati. Inoltre i nuovi testi, soprattuto dopo la riforma dell'esame di Stato sono concepiti in modo tale che la storia venga insegnata non come un insieme di contenuti da venir banalmente trasmessi ma nell'ottica della mediazione didattica, in questo senso nascono anche i quaderni operativi spesso corredati da CD multimediali e una sorta di cassetta degli attrezzi per l'insegnante che deve andare oltre la mera trasmissione per operare all'interno di una visione critica ed articolata del fenomeno storico. Naturalmente anche in questi casi esistono dei lavori che purtroppo non vanno oltre la trasmissione di contenuti (altro che visione critica!) e in ultima analisi utilizzano come metodo di valutazione finale una raffica di domande che avviliscono il lavoro dello storico.Con l'ingresso della didattica modulare siamo andati incontro ad una “mistificazione” di questo concetto ( e oggi questo è sotto gli occhi di tutti con il fallimento della scuola italiana!). Per “modulo” si doveva intendere una didattica che andasse oltre la trasmissione sterile di contenuti, per mettere al centro il processo educativo, il modulo aveva bisogno di un ripensamento non solo della disciplina, dei contenuti, ma soprattuto dei metodi e strutturato in base alle operazioni cognitive e capacità degli studenti. Allora se così doveva essere, possiamo dire che in questi manuali c'è poco di modulare. Inoltre esiste anche un altro limite a questi manuali, poiché non solo anche se si prova a dividere il manuale per argomenti poi questi in definitiva vengono presentati sempre in modo cronologico, rigido e senza percorsi di pensiero alternativi, ma spesso si legge la storia in modo deformante: alcuni avvenimenti vengono mistificati, altri messi in secondo piano, altri addirittura negati od esaltati.A questo punto mi è fatto obbligo ricordare sia al parlamentare Carlucci che al Ministro Gelmini che la polemica su citata è inconsistente innanzitutto perché nei testi di storia non esiste un revisionismo tout court di sinistra mentre purtroppo è possibile dimostrare di come ci sia stato in passato un forte revisionismo di destra: ad esempio nella ricostruzione del delitto Matteotti nel manuale di Rodolico (pag. 408) nel capitolo Nemici del fascismo spiccano “il dolore acutissimo” e la “fermezza del capo di governo” e l'attenzione subito si sposta sull'Aventino, il fatto viene presentato come una strisciante opposizione al parlamento del tempo. Un altro autore da manuale Lizier dove l'assassinio Matteotti viene liquidato come uno spiacevole incidente dai singolari risvolti (pag.451). Per non parlare della negazione dei campi di sterminio e della storia della Shoà che appare nei libri di storia solo negli anni '90, precedentemente veniva negata o accennata con una fotografia.In passato è accaduto che il manuale di storia fosse politicizzato soprattuto nei periodi di transito prima delle due guerre che hanno scosso il mondo intero, ma in questi casi è anche facile capirne il motivo. Oggi questo non è più possibile poiché siamo tutti d'accordo sulla necessità dell'obiettività dei contenuti.Inoltre il Ministero dell'istruzione e della ricerca sa benissimo cosa viene scritto sui manuali scolastici poiché è esso che ha deliberato in merito ai programmi delle scuole di ogni ordine e grado. Quindi questa polemica non ha senso a priori perchè sembra che il ministro critichi se stesso; mentre non credo che un parlamentare abbia il potere di deliberare o spingere le decisioni in merito poiché non è suo campo decidere cosa possa o non essere scritto su un manuale scolastico.
Simonetta Frongia


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