Minoli attacca la Rai, "La Storia siamo noi" non è in palinsesti (Ansa)

Creato il 16 maggio 2013 da Nicoladki @NicolaRaiano
"'La Storia siamo noi' non è nei palinsesti, questa è la verità". Lo dice Giovanni Minoli all'ANSA dopo le parole del dg Rai. "La Rai - prosegue - può fare quello che vuole, ma non si dicano bugie". Minoli definisce poi "illazioni quelle su mie presunte richieste all'azienda". "In un’azienda normale - aggiunge - sarebbe stata la stessa Rai a smentire notizie di questo genere".
"Mi dicono che il problema è economico: Minoli (che è già in pensione) voleva un milione di euro per mandare avanti il programma, di cui detiene i diritti". Lo ha scritto su Facebook Flavia Perina, esponente di Fli, ex membro della Commissione di Vigilanza.
"Io non ho chiesto niente e non ho ricevuto nessuna proposta - spiega Minoli all'ANSA -. Sono notizie false, forse Perina vuole preparare la strada a qualche camerata amico suo. Ho dato mandato ai miei legali di valutare se ci sono gli estremi per una querela". "In un'azienda normale sarebbe stata la stessa Rai a smentire notizie di questo genere - afferma il giornalista -. Invece si sostiene che la trasmissione non è chiusa, mentre nei palinsesti approvati dal cda la trasmissione finisce a giugno e poi non c'é più. Certo le cose si possono cambiare, ma al momento la notizia è che la trasmissione non c'è più. La trasmissione è stata chiusa d'imperio e non mi è stato proposto nulla. E non si dica - prosegue - che si privilegiano gli interni perché Vespa non è un interno, Angela non è un interno, è stato preso da fuori il direttore del Tg1, sono stati assunti cinque top manager esterni. A Donat Cattin, pensionato, è stato fatto perché lo ha chiesto Vespa. La Rai può fare quello che vuole, ma non si dicano bugie".
"Se si tirano fuori aspetti economici, bisogna fare i conti con quello che ho portato alla Rai - dice ancora -. Ho portato convenzioni per 50 milioni di euro. Non si dicono bugie, quando parlamentari di tutti gli schieramenti protestano per la chiusura, quando c'é un sentimento collettivo, che emerge in queste ore, contrario alla chiusura del programma. E' un programma di valore: se ha ricevuto l'Oscar per la tv a febbraio qualcosa vorrà pure dire".

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