La società fallisce anch’essa, arrendendosi di fronte ad una situazione forse estrema ma alla quale si è arrivati perché evidentemente i meccanismi sono fallibili e falliscono. La scuola non è stata in grado di aiutare il ragazzo, l’assistenza sociale non ha funzionato, la comunità non ha avuto alcun ruolo e le istituzioni ora se ne lavano le mani affidandolo con colpevole ritardo ad una comunità che difficilmente potrà rimediare ad anni di inerzia. Troppo spesso le famiglie vengono lasciate sole nella loro inadeguatezza e a pagare il prezzo di questa mancanza di organizzazione sociale è sempre e solo il minore.
Ora si parla di un ragazzo violento, disadattato, forse irrecuperabile. Io non lo conosco né conosco il suo ambiente. Ma vedo cosa questa storia rappresenta: uno dei tanti casi in cui la società moderna, la pedagogia, il sistema educativo cadono di fronte a situazioni la cui gestione è più complicata del normale. La legislazione sui minori in Italia dimostra sempre più spesso la propria fallibilità e le proprie enormi lacune, intervenendo male o non intervenendo, arrendendosi e lasciando che un ragazzo di sedici anni veda la sua vita rovinata per sempre.
Luca Craia