Il 18 marzo Cremonaoggi lanciava un allarme: se non arriveranno i fondi statali il Comune dovrà pagare di tasca propria il progetto per i minori stranieri non accompagnati (la sigla è msna, ed esiste una sigla perché il fenomeno è serio, diffuso e inquietante). Sono minori che lasciano o sono costretti a lasciare il loro Paese, dove le condizioni di vita sono insostenibili. I loro genitori non possono difenderli dalla violenza. Sono destinati alla prostituzione, comunque allo sfruttamento peggiore. Nel migliore dei casi… sono comunque soli, “non accompagnati”. Si comprende bene che un Paese della tradizione e forza che ha l’Italia organizzi progetti statali per quelle piccole vittime. La Caritas di Cremona li ospitava già a metà anni 2000.
Oggi la Caritas trova, a quanto sembra, meno attenzione. Piuttosto il Comune finanzia cooperative accreditate dalla Regione.
Per i minori non accompagnati il costo è di 450mila euro.
Dove troverà il Comune questi soldi, se lo Stato li nega?
Non può darsi che il Comune abbia esagerato? I minori sono una trentina, vanno aiutati, è un loro diritto indiscutibile. Ma Cremona può permetterselo? Non è un progetto più adatto a un’amministrazione più forte e meglio organizzata? E dunque non è meglio che sia un’altra città a svolgere un compito così delicato? L’Anci ha chiuso i rubinetti, tanto per ripensare al problema dell’acqua, e Amore da romantico è diventato esistenzialista.
Nel frattempo parecchie altre persone subiscono guai orribili per problemi locali, come i distacchi delle utenze Aem e comunque i molti nuovi poveri colpiti dalla recessione. Il Comune non ha dimostrato la forza e l’organizzazione che sarebbe state necessarie.