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Mio fratello rumeno

Creato il 10 settembre 2011 da Bussola
Marian è mio fratello rumeno… ok…. non anagraficamente ma è come se lo fosse.
E’ venuto in Italia per cercar lavoro, lasciando i suoi cari e i suoi luoghi natali. Dopo un lungo viaggio è arrivato in quella lingua di terra rossa, chiamato Salento.
Non ha lavorato subito con mio padre, ma solo dopo alcune settimane. Da allora è sempre stato devoto a lui. Devoto è una parola forte, ma penso che sia quella che meglio contraddistingue il legame che lega Marian ai miei genitori.
Marian lavora indefessamente, parla poco ma produce tanto, mangia con i miei genitori, guida la nostra barca, accudisce i nostri animali. Marian si arrampica sugli alberi come una scimmia, si butta in acqua sotto la barca per capire cosa blocca il timone, si inerpica su scale alte per sistemare il soffitto.
Marian è superman, ed è mio fratello rumeno.
E’ il maschio che ogni padre avrebbe voluto avere come sostegno nell’azienda.
Non sono mai stata gelosa del rapporto che ha con i miei genitori. Anzi, l’idea che mio padre e mia madre abbiano un sostituto di me e di mia sorella lontane a Roma, che possa mangiare con loro a tavola durante l’inverno mi fa sembrare meno doloroso il distacco per tutti noi i giorni delle nostre partenza.
Casualmente la vita anche a Roma mi ha fatto imbattere in un’altra persona rumena ,“Betta”, la ragazza che domina sporco e disordine a casa nostra.
Per me Betta è veramente Benedetta. La casa dopo il suo passaggio si trasforma. Tutto brilla, profuma, risplende.
Betta ha le chiavi della nostra casa e della nostra fiducia. In oltre un mese in cui gestisce la nostra casa non le ho mai detto nulla, ne di elogio ne di ripresa, perché quando lei sistema casa io sono al lavoro e perché davo per scontato che se non avevo nulla da eccepire significava che tutto andava bene.
Ieri pomeriggio mi è arrivato il seguente messaggio di Betta
“Salve sono Betta, se non vi piace come pulisco o se volete un altre cose lasciatemi scrito grazie e buona serata”.
Queste poche parole ricevute mentre ero in ufficio, sommersa tra una pratica e l’altra, mi hanno emozionato. Ho capito solo allora che la mancanza di feedback da parte mia aveva fatto nascere in lei la paura, che non fossi soddisfatta del suo lavoro.
“No al contario sei perfetta. Per me oramai sei Benedetta Betta. Ci sei mancata ad agosto. Ho comprato il secondo mocio come mi avevi chiesto”
“Grazie 1000 tanti baci” è stata la risposta che mi sono vista comparire sul mio cellulare qualche minuto dopo.
Marian e Betta mi hanno fatto capire che la Romania non è solo prostituzione, bottiglie di birra, storie di Papponi ma la Romania è anche storia di tanta brava gente, di grandi e di piccoli sacrifici, storia di rispetto.
Mio fratello rumeno
Mio fratello rumeno
Mio fratello rumeno

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