Mio papà, la recensione del film con Giorgio Pasotti

Creato il 27 novembre 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Il consiglio di Maria Giorgia Vitale

Summary:

Mio papà, un film più televisivo che da sala…

Mio papà è stato il film d’apertura di Alice nella città, diretto da Giulio Base, scritto e interpretato da Giorgio Pasotti, al cui fianco ci sono Donatella Finocchiaro e il piccolo Niccolò Calvagna, che si era già fatto notare in Anni Felici. Nel cast ci sono anche Fabio Troiano e Ninetto Davoli. Mio papà racconta di Lorenzo, un tipo solitario che lavora come subacqueo su una piattaforma nell’Adriatico. Non ama relazioni lunghe ma una sera conosce Claudia con la quale nasce una forte intesa. Lorenzo scopre che lei è mamma di Matteo, un bambino di 6 anni con il quale, dopo qualche difficoltà, stringe un vero e proprio rapporto padre-figlio. La sorte però non è dalla parte di quella che stava per diventare una coppia stabile.

Mio papà presenta fin da subito un registro linguistico e visivo tipicamente televisivo, non a caso è stato prodotto da Movie And e Rai Cinema e sarà distribuito da Bea Production Company a partire dal 27 Novembre 2014 nelle sale. Il dubbio insorge: un film che riceverebbe picchi di share incredibili, perché portarlo al cinema? Potrebbe essere una perfetta mini-serie di tre puntate.

La tematica scelta è politicamente corretta e si muove sui binari giusti che suscitano lacrime (ovvie) da parte del pubblico che, fin da subito, si affeziona a Lorenzo e Matteo, il primo si destreggia ad essere padre di un figlio non suo, il secondo si sforza ad essere il figlio di un padre non naturale. Ora, proprio la presenza del piccolo attore, dagli occhioni blu e dalle sopracciglia sempre aggrottate, porta con sé una carovana di dolcezza e simpatica che forse salva le sorti di questo film in cui si celano sempre drammi, di piccola e media grandezza.

Dunque, Mio papà, al di là della beltà radiosa di Giorgio Pasotti e della tenerezza di Niccolò Calvagna, è un film sempliciotto, in cui il regista non si è sforzato di trovare un briciolo di originalità nel tema affrontato, prendendolo invece per quello che è: un mero fatto raccontato con i ritmi lenti della fiction italiana del piccolo schermo.

Di Maria Giorgia Vitale per Oggialcinema.net 




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