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Kaurismaki stavolta va in trasferta: abbandona la sua amata Finlandia per trasferirsi momentaneamente a Le Havre, cittadina francese nota al mondo solo per il suo porto e per il fatto di essere il principale snodo marittimo verso le coste britanniche. Qui vive placidamente Marcel Marx (interpretato da un superlativo Andrè Wilms): ex scrittore, ex bohemièn, ex alcolista, ora ridottosi a praticare con garbo e dignità il mestiere di lustrascarpe. La sua esistenza, da tempo immutabile, viene improvvisamente sconvolta da due eventi imprevedibili: la grave malattia della moglie (apparentemente incurabile) e l'incontro con un piccolo clandestino, Idrissa, che Marcel prenderà con sè e cercherà in tutti i modi, anche sfidando le assurde leggi anti-immigrazione, di aiutarlo a raggiungere Londra per ricongiungersi con la mamma.
Miracolo a Le Havre è una storia senza tempo, fuori dal mondo, universale, che come dice lo stesso Kaurismaki 'potrebbe svolgersi ovunque': solo lo stile del grande regista è inconfondibile, fatto al solito di comicità surreale, personaggi silenziosi e stralunati, fotografia amabilmente 'd'epoca', infiniti rimandi cinefili e, soprattutto, del consueto registro leggero e sensibile, capace di far commuovere semplicemente con poche inquadrature, in dettagli apparentemente insignificanti (ad esempio l'albero in fiore, simboleggiare il ritorno alla vita...)
E' una bellissima favola questo film, capace di passare in pochi momenti dalla commedia al dramma, dal divertimento alla rabbia, alla preoccupazione. Il tono è lieve, ma si toccano temi importanti come l'immigrazione, l'umanità, la solidarietà, la malattia, il viaggio... E l'inevitabile lieto fine non può certo farci dimenticare il mondo in cui viviamo, con le sue assurde logiche e le leggi ingiuste.
Miracolo a Le Havre esce nelle sale questo weekend, ma noi ci auguriamo che possa rimanerci a lungo. Magari per tutte le feste. E sarebbe bello se quegli spettatori che vanno al cinema una volta l'anno scegliessero questo come loro 'film di Natale'. Sarebbe, anzi, assolutamente perfetto.
VOTO: *****
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