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Miracolo a Piombino – Storia di Marco e di un gabbiano di Giordano Lupi

Creato il 22 dicembre 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori

Si trova in libreria dal 10 dicembre per gli ultimi regali di Natale, ma non solo, Miracolo a Piombino – Storia di Marco e di un gabbiano di Giordano Lupi, edito da Historica. Un romanzo che parla di adolescenza e dell’enorme difficoltà di crescere raccontando due storie in una: quella di Marco e quella del gabbiano, due vite che più volte si toccano, si intrecciano e finiscono per unirsi, anche se solo metaforicamente.

“Avevo vent’anni. Non permetterò a nessuno di dire che quella è la più bella età della vita”. Le parole di Paul Nizan percuotevano i suoi pensieri, uno scrittore mai letto, pure se sapeva a mente la colonna sonora di Avere vent’anni. Marco non aveva ancora vent’anni. Non avrebbe permesso a nessuno di dire che stava vivendo un’età spensierata. Che ne sapevano del suo mondo? Segreti inconfessabili, paure vissute in silenzio, condanne decretate da tribunali immaginari, dolori confidati a un gabbiano dalla balaustra in ferro battuto d’un piccolo porto, tra teste di molossi dalle quali sgorgava acqua da tempi immemorabili. Ricordi di bambino, vissuti tenendo per mano un nonno cantastorie. Ricordi che non potevano tornare ma erano ancora con lui. Sapeva che doveva stringerli forte per non farli fuggire lontano.

La frase di Paul Nizan è il leitmotiv di Miracolo a Piombino – Storia di Marco e di un gabbiano, questo romanzo breve che sarà presentato al prossimo Premio Strega il quale, sin dal titolo, rende omaggio al capolavoro di Zavattini e De Sica. Apologo sull’adolescenza, romanzo di formazione condotto sul doppio binario della crescita di un ragazzo e della scoperta del mondo da parte di un gabbiano. Molti rimandi con la poesia, consonanze con le tematiche di Baudelaire, la difficoltà ad accettare la realtà, il contrasto tra individuo e società che spinge all’isolamento, noia esistenziale della vita da un lato e aspirazioni ideali dall’altro, temi del decadentismo e vocazione pasoliniana alla solitudine. Il tema centrale del racconto è l’adolescenza, narrata con descrizioni poetiche di una città in divenire, scandita da suggestioni, sfumature e sentimenti impalpabili che sottolineano il legame inscindibile con un’infanzia difficile da abbandonare, anche se non manca la voglia di fuggire per fare cose nuove. Racconto simbolico nella parte fantastica, quasi fiabesca, del gabbiano solitario che vive un momento simile all’esistenza di Marco (fotografie originali di Riccardo Marchionni).

Gordiano Lupi nasce a Piombino nel 1960. Collabora con Futuro Europa, Inkroci, La Folla del XXI Secolo, La Linea dell’Occhio e altre riviste. Dirige le Edizioni Il Foglio Letterario. Traduce gli scrittori cubani Alejandro Torreguitart Ruiz, Felix Luis Viera, Heberto Padilla e Guillermo Cabrera Infante. Tra i molti lavori ricordiamo: Nero Tropicale, Cuba Magica, Un’isola a passo di son – viaggio nel mondo della musica cubana, Quasi quasi faccio anch’io un corso di scrittura, Almeno il pane Fidel, Mi Cuba, Fellini – A cinema greatmaster, Velina o calciatore, altro che scrittore!, Fidel Castro – biografia non autorizzata, Fame – Una terribile eredità, Storia del cinema horror italiano in cinque volumi, Soprassediamo! – Franco & Ciccio Story. Ha tradotto La ninfa incostante di Guillermo Cabrera Infante (Sur, 2012). Calcio e acciaio – Dimenticare Piombino, il suo ultimo romanzo, nel 2014 è stato presentato al Premio Strega. In uscita anche due testi di cinema: Gloria Guida, il sogno biondo di una generazione e Divina creatura – Il cinema di Laura Antonelli. Blog di cinema: La Cineteca di Caino (http://cinetecadicaino.blogspot.it/). Blog di cultura cubana e letteratura: Ser Cultos para ser libres (http://gordianol.blogspot.it/). Pagine web: www.infol.it/lupi. E-mail per contatti: lupi@infol.it




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