Due racconti
La torre – ll Miracolo
di Gustaw Herling-Grudziński
pagine 122 Libri Scheiwiller Milano 1990
Introduzione di Cristina Campo
Disegni di Ian Lebenstein
Oggi, che ad Aosta si festaggia l’antichissima Fiera di Sant’Orso,momento religioso e gioioso per tutti i Valdostani,mi fa piacere suggerirvi come lettura questo piccolo capolavoro di Gustaw Herling,sop
ravvissuto ai campi di concentramento di Stalin.Il testo è composto da due racconti brevi il primo dedicato alla leggenda valdostana della “Torre del Lebbroso”,il secondo al popolarissimo mito napoletano di Masaniello e San Gennaro, da qui “Il Miracolo”.Nell’estate del 1945 Herling,ufficiale polacco di stanza a Milano approfittò di una licenza per visitare un piccolo centro ad Aosta dove un amico italiano gli aveva messo a disposizione la vecchia casa di uno zio professore morto tempo addietro.Entrato in questa vecchia casa contadina, l’ufficiale fra le carte del professore trovò un vecchio manoscritto “Le lèpreux de la citè d’Aoste” di un altro soldato,Xavier De Maistre, ufficiale dell’esercito sabaudo,che nel 1797 soggiornò in una torre che sorge nella parte meridionale delle antiche mura romane di Aosta. In questo diario De Maistre racconta la storia straordinaria e commovente di Pier Bernardo Guasco,ligure di Oneglia, ragazzo di 21 anni che malato di lebbra fu rinchiuso in quella torre dove visse tutta la vita.De Maistre ebbe modo di stringere una profonda amicizia con il lebbroso e di ammirare la dignità,il coraggio, la poesia che quell’uomo abbandonato da tutti a tutti invece prestava attenzione e se poteva aiuto.A questa storia fa da contraltare quella del professore nella cui casa Herling era ospite e che da altre carte e ricordi di paesani emerge.Il vecchio professore,sopravvissuto al terremoto di Messina dove erano morti moglie e figli, era emigrato a Torino e raggiunta l’età della pensione si era isolato in questa vecchia casa. Una disgraziata mattina del 1943 un gruppo di SS fece irruzione nel villaggio riunì sul sagrato della chiesa donne e bambini insieme al giovane prete che non era fuggito sulle montagne con gli uomini.I tedeschi dissero che se non si fosse fatto avanti un uomo avrebbero cominciato uccidendo il prete.Dopo qualche minuto un soldato giunse sul piazzale trascinando il vecchio professore che , vivendo isolato dal mondo,non si era accorto di nulla.
Il tenente scese dall’auto puntò la rivoltella alla testa del vecchio, ma il giovane prete disse ai nazisti:”Non c’entra, non è di qui!” Il professore alzò la testa disse a pappagallo senza neanche rendersi conto :”Non c’entro,non sono di qui!”
(…)Il resto si svolse in un baleno.Quando l’autocarro tedesco scomparve dietro la curva,sulla piazza resa accecante dal sole e dalle facciate di calce della chiesa e del municipio giaceva,in una pozza di sangue un immenso uccello nero,con le ali della sottana aperte in croce.
Il vecchio si coprì la faccia con le mani e si volse verso casa(…)
Il professore morì nella sua “torre” da solo,abbandonato da tutti.
di Luigi De Rosa
(nella foto in alto a destra per ricordare la figura di Gustaw Herling-Grudziński, uno dei più grandi scrittori polacchi della seconda metà del XX secolo ad Aosta è stata scoperta una targa nel novembre 2011 ai piedi della Torre del Lebbroso. Fu infatti proprio il libro di Xavier de Maistre, “Le lépreux de la Cité d’Aoste” ad ispirare il racconto intitolato “La Torre”.Nella seconda foto lo scrittore in compagnia della moglie Lidia Croce e la figlia Marta,foto tratte dal web)
P.S. Ringrazio l’avv. Renato De Angelis, amico ed estimatore di Gustaw Herling, che mi ha permsso di leggere il testo in questa splendida copia numerata ormai rara a cura di Vanni Scheiwiller.
40.636589 14.407012