Recensione
- Longanesi
- Anno: 2015
Un romanzo tosto, È così che si uccide.
Per le tematiche affrontate e per lo specchio di un dolore incredibile, inconcepibile. Un dolore che nasce e deriva dalle battaglie senza speranza che alcune persone devono affrontare e, la maggior parte delle volte, perdere. Perché siamo destinati a uscire quasi sempre sconfitti dalla lotta contro malattie che, come tarli maligni e invisibili, si annidano nel nostro corpo e lo corrompono in un modo talmente definitivo, feroce, totale, da non lasciarci più scampo. Se non la speranza che la sofferenza non duri troppo.
Il commissario Enrico Mancini non è ancora pronto a fare i conti con i sensi di colpa che gli tormentano l’anima e che lo hanno trasformato nell’ombra dell’uomo che era un tempo.
Non è ancora pronto a superare la terribile perdita che ha squassato la sua vita. Sua moglie Marisa, stroncata da un cancro al seno, continua a monopolizzare i suoi pensieri, anche quando sarà costretto a rimboccarsi le maniche per dare la caccia a un killer spietatissimo.
Ma Mancini ha la testa sommersa da mille riflessioni, concentrato su un caso che per lui ha la precedenza assoluta, in quanto coinvolge l’oncologo che ha tentato di salvare la vita della moglie defunta. Ma il questore Gugliotti sa bene che per risolvere un caso così sanguinoso ha bisogno del miglior uomo, colui che ha studiato criminal profiling a Quantico, che ha risolto decine dei casi più impossibili, che è stato convocato per collaborare con i migliori esperti ai casi più spinosi e complessi degli ultimi tempi.
Quest’uomo di cui il questore ha assoluta necessità è il commissario Mancini, chiamato a indagare in prima linea.
Riuscirà Mancini a mettere da parte i suoi problemi personali e a seguire il filo misterioso che collega al responsabile delle morti atroci che stanno sconvolgendo Roma?
Un thriller compatto, che sa concentrarsi sugli stati emotivi e sulle sofferenze di chi è costretto, giorno dopo giorno, a veder sfiorire la vita nel corpo, negli occhi e nell’anima dei propri cari malati.
Oltre a raccontare questo tipo di realtà, già di per sé sconvolgente, l’autore ci stupisce con l’efferatezza dei particolari che contraddistinguono il killer. Oltre ad abbandonare i cadaveri in luoghi particolari, l’assassino lascia la sua firma simbolica e ben nascosta tra le pieghe dei dettagli.
Ricostruire tutte le dinamiche e gli indizi per poter arrivare a comprendere e catturare l’assassino è il compito del team capitanato da Mancini: Walter Comello, ispettore dell’Anticrimine, Caterina De Marchi, fotorilevatrice e ispettrice, Giulia Foderà, pubblico ministero, Antonio Rocchi, anatomopatologo e infine Carlo Biga, professore
di criminal profiling.
Un romanzo forte e coinvolgente che ha rapidamente scalato le classifiche, attirando l’attenzione di molti editori stranieri. Tradotto in vari paesi, È così che si uccide è sin da subito un caso editoriale che ha reso il suo autore Mirko Zilahy uno degli scrittori più apprezzati del momento.