Gregory Maguire
Gregory Maguire è stato professore e co-direttore del Simmons College Center for the Study
of Children’s Literature dal 1979 al 1985, dopo essersi laureato in Letteratura alla Tufts University. Nel 1987 ha fondato l’organizzazione Children’s Literature New England. Oggi vive vicino Boston con sua moglie, la pittrice Andy Newman, e i loro tre figli adottivi. Ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti grazie alle sue opere, tra cui Confessions of an Ugly Stepsister, Lost, Mirror Mirror e Wicked, che hanno venduto oltre due milioni di copie solo in America e hanno ispirato musical, opere teatrali e edizioni esclusive da parte delle prestigiose librerie Simone&Schuster. E’ scrittore di numerosi libri per l’infanzia e coautore di Am I blue?: Coming out from the silence, una collana di racconti brevi per adolescenti gay e lesbiche. I suoi libri dedicati agli adulti sono rivisitazioni di classici per bambini. Per esempio in Wicked, che ha avuto l’onore di un riadattamento a Broadway nell’omonimo musical, Maguire ha trasformato la Strega Cattiva dell’Ovest nella simpatica Elphaba, con tutte le conseguenze del caso.Titolo: Mirror Mirror (isbn: 9788879051682)
Autore: Gregory Maguire
Serie: #
Edito da: Casini Editore
Prezzo: 18,00€
Genere: Fiaba, storico
Pagine: 564 pag.
Voto:
Trama: È il 1502. Bianca de Nevada vive nella tenuta paterna di Montefiore, tra le campagne toscane e le colline umbre. La sua vita scorre tranquilla e bucolica, finché un giorno Cesare Borgia e sua sorella Lucrezia non giungono a sconvolgerla affidando una missione a suo padre, Don Vicente. Bianca si ritrova così sotto la protezione di una Lucrezia cieca di gelosia, che chiede a un cacciatore di portarla nella foresta e ucciderla. Ma Bianca sopravvive e si rifugia nella casetta dei sette nani, che cercano disperatamente notizie di loro fratello, l’ottavo nano… perduto assieme allo specchio magico. Nel frattempo di suo padre non si hanno più notizie… forse. Con uno straordinario lavoro di fantasia, Minor Mirror infonde nuova linfa alla fiaba di Biancaneve, conferendole una bellezza e un significato tutti nuovi, più “adulti”.
Il mondo, per quanto ne sapeva lei, si chiamava Montefiore e, a guardarlo dal suo nido, era tutto in discesa, da ogni lato. Come ogni bambina era incuriosita più dal fuori e dall’altrove che dal vicino e dal conosciuto. Era a suo agio con i panorami, con le accattivanti vallate dai villaggi nascosti, con un futuro immaginario fatto di colline e luce.
Recensione
Entrare in questa storia è stato un totale sconvolgimento, o meglio capovolgimento di fatti, personaggi, situazioni già incontrate altrove ma che qui stentavo a riconoscere.
Se ci si avvicina alla storia pensando che sia un semplice rifacimento di Biancaneve in chiave diversa, bé si resterà presto spiazzati. Bianca de Nevada c’è, è vero, ma non è lei la protagonista della storia, o almeno non è l’unica protagonista. Eppure il primo impatto col libro sa tanto di passato, infanzia e c’era una volta… una copertina colorata con tanto di specchio che già spalanca le porte alla fantasia, un disegno iniziale (un po’ tetro, questo bisogna dirlo) che tanto ci ricorda i nostri libroni di quando eravamo bambini, quando giravamo con ansia le pagine per soffermarci su ogni immagine che incontravamo, alcune pagine incorniciate con dei versi (forse delle filastrocche?), i capitoli scanditi dallo specchio che ritorna, mostrandoci non la più bella ma un paesaggio… La nostra immaginazione inizia a galoppare facendo aumentare i battiti dall’emozione: cosa o chi incontreremo? La fiaba si lega alla storia, la fantasia alla realtà: Bianca de Nevada è la figlia di un fattore, don Vicente che si troverà presto ad avere a che fare addirittura con i fratelli Borgia, Cesare e Lucrezia. Sarà proprio Lucrezia a vestire i panni non tanto della cattiva matrigna (anzi indosserà anche quelli, ma non verso Bianca) quanto della padrona invidiosa e meschina; il padre di Bianca non morirà ma si allontanerà per compiere una missione impossibile affidatagli da Cesare; i nani sono semplici pietre che acquistano un’essenza solo nel momento in cui Bianca gliela conferisce, chiamandoli, riconoscendo in loro degli individui.Cos’è successo alla nostra Biancaneve che cantava nei boschi, circondata da una natura allegra e luminosa? Dove sono quei nani affettuosi e affezionati? Dove sono finite tutte le nostre certezze?
Dimentichiamo tutto ciò che sappiamo: Maguire vuole raccontarci qualcosa di nuovo. All’interno di questo calderone di personaggi noti e meno noti, (da non dimenticare fra’ Ludovico, la domestica Primavera, il ragazzo delle oche) non mancano gli elementi tipici della fiaba dei fratelli Grimm: la ragazza portata nel bosco per essere uccisa ma risparmiata dal cacciatore che ha pietà di lei, i tentativi di avvelenamento da parte della perfida Lucrezia, mascherata di volta in volta per ingannare la ragazza, lo specchio, quello specchio che sembra essere l’artefice di tutto. E’ una storia che a tratti spiazza, e ci lascia a bocca aperta, a tratti spaventa e non ci fa piacere leggere quel che accade, a tratti rassicura, perché ritroviamo ciò che conosciamo… E i nostri occhi sono lì, ansiosi di trovare alla fine quel principe che salverà Bianca dalla morte col suo bacio, che la porterà con sé al castello per darle il meritato finale, sono lì desiderosi di poter leggere il tanto sospirato “E vissero tutti felici e contenti…”. Ci sarà? Non posso certo rivelarvelo: solo leggendo tutto il libro il lettore saprà se quello potrà essere un finale meritato o meno. Per ora vi basti sognare davanti a quella copertina, a quello specchio, pronti a farvi capovolgere il mondo dalle parole di Maguire.