Titolo originale: Misery
Autore: Stephen King
Anno: 1987
Il libro...
Kathy Bates - Annie Wilkies in una scena del film
Parto con due domande che apparentemente hanno poco a che fare l'una con l’altra. La prima: non vi è mai capitato di desiderare di poter leggere il seguito di un romanzo che, invece, seguito non ha mai avuto? Insomma del tipo “ma alla fine Renzo Tramaglino avrà divorziato da quella noiosa e forse frigida piattola di Lucia Mondella per una tipa più sciolta o l’avrà sopportata fino alla fine dei suoi giorni?”. La seconda domanda: è possibile che un libro possa letteralmente salvare o allungare una vita? In un caso il desiderio si può scontrare con oggettive difficoltà di fattibilità, specialmente se l’autore è già passato a miglior vita e quindi, non è più convincibile da un assegno a sei zeri di un magnate dell’industria culturale, pronto a sganciargli un sostanzioso anticipo per narrare la vecchiaia di qualche eroe di cui aveva raccontato con successo la gioventù.Nell’altro caso, l’azione del raccontare (ovvero dell’occupare il proprio tempo e quello altrui con parole) può, in effetti, trasformarsi in una maniera per dilazionare e allontanare il verificarsi di qualche fatto funesto. E questo è già accaduto in passato, a partire da Le Mille e una notte (con l’ingegnosa Sherazade che, per salvarsi dal re-marito crudele che uccide ogni prima notte di nozze le sue spose, gli racconta storie che finiscono sempre il mattino dopo, salvandosi così la vita) fino allo spot Telecom di qualche anno fa con protagonista Massimo Lopez (il famoso condannato a morte che chiede di fare l’ultima lunghissima chiamata… colpo di genio dell’Agenzia Armando Testa. Da recuperare su YouTube). Ecco, tutto questo sproloquio per dire che in Misery, King ha affrontato sia una che l’altra questione. Il tutto all’interno di un romanzo (forse uno dei migliori del “Re”) dove – in modo davvero efficace – si dimostra quanto la scrittura e i libri siano parte, addirittura si mischino, della nostra vita quotidiana e non siano solamente un semplice accessorio o un puro passatempo. Paul Sheldon è un romanziere di successo, famoso soprattutto per aver inventato e sfruttato il personaggio di Misery, eroina romantica, protagonista dei suoi libri. Mentre rientra a casa in auto, con il nuovo manoscritto appena terminato appoggiato sul sedile del passeggero, Sheldon perde il controllo della sua autovettura e si schianta in una zona impervia tra le montagne innevate del Colorado. Si risveglia giorni dopo in una stanza che non conosce in balia delle cure di una donna, Annie Wilkies, sua salvatrice, ma anche sua fanatica ammiratrice. La donna un ex-infermiera con la mania della lettura è infuriata con Sheldon per aver fatto morire, nel suo ultimo libro, il personaggio di Misery. Per questa ragione è pronta a tutto per costringere lo scrittore a inventare una storia tutta per lei, dove la sua beniamina tornerà a vivere… Moderna Sherazade, il segregato Sheldon ha come unico obiettivo quello di sopravvivere alle sevizie che la psicopatica Annie, ammiratrice schizoide e infermiera da incubo, gli infligge. Ma i temi del romanzo vanno oltre al potere della scrittura. King indaga anche il prepotente istinto di sopravvivenza e di adattamento che si sviluppa nell’uomo, soprattutto quando si ritrova in situazioni estremamente scomode e dolorose. Sheldon vuole vivere, vuole scappare da quella casa maledetta e tornare alla sua solita esistenza. Ma per riuscirci deve resistere e resistere significa non solamente essere costretto a superare, giorno dopo giorno, il tremendo dolore fisico e psicologico che Annie gli procura. Per venirne fuori è necessario alzare la soglia della sofferenza e nel contempo venire a patti con la mente malata della sua carceriera. Un altro elemento è quello dell’insaziabile voracità dell’ammiratore nei confronti della star e/o dell’artista (Annie si presenta a un ancora interdetto Paul con la poco rassicurante frase: “sono la tua ammiratrice numero uno!”). Il fan è avido, invadente, poco disponibile ai cambiamenti e intellettualmente poco curioso ad esplorare nuovi ambiti. Il fan è un terribile conservatore che prende in ostaggio il proprio idolo costringendolo a rifare – con qualche piccola modifica – sempre la stessa cosa. Non perdona nessun allontanamento dalla tradizione, arrivando a soffocare la creatività dell’artista di turno, preferendo ascoltare, vedere o leggere continue varianti di quello che gli è piaciuto una volta.![Misery Misery](http://m2.paperblog.com/i/38/387846/misery-L-kKeaMi.jpeg)