Pur non avendo le scarpe rotte ho scelto di andare, giungendo all’ingresso di una villa dei primi del Novecento in mezzo ai grattacieli avveniristici dell’Isola. No, non ci ha aperto uno pseudo-maggiordomo dal capello lungo, bianco e unto o una cameriera dai riccioli rosso fuoco e nessuno ha intonato ‘Time Warp‘ (quanto mi sarebbe piaciuto, però!).
Al contrario, siamo entrati nell’atmosfera calda e accogliente del Ratanà, il ristorante regno dello chef Cesare Battisti, che vanta uno dei migliori risotti di Milano (chiariamo subito: sì, tra i soci c’è Antonio Albanese, nel 2009 Valerio Visintin ha giudicato il Ratanà miglior esordiente dell’anno, il nome si rifà al pret de Ratanà Giuseppe Gervasini, un prete guaritore vissuto agli inizi del Novecento).
E ora vi racconto come è andata.
Prima di tutto, cos’è MiSiedo?
Basta il nome a suggerire che si tratta di un servizio finalizzato a farvi mettere, in modo veloce e gratuito, le gambe sotto al tavolo.
E non occorre aggiungere che nell’epoca del web 2.0, dove l’app giusta la fa da padrone, poter fare tutto via mobile è essenziale.
Io che ho sempre nutrito una certa resistenza alla prenotazione rapida, perché la ricerca del ristorante giusto è frutto di giorni di lavoro, studio, ricerca e valutazioni, ho capito che è giunto il momento di adeguarmi ai tempi che corrono.
E ci sono molti aspetti che mi hanno convinto, vincendo le mie ritrosie: in primis, non è un coupon se è a questo che stavate pensando. Secondo, ha un parterre di ristoranti tra cui scegliere che, almeno a Milano, vantano nomi quali ‘Tano passami l’olio’, ‘Ratanà’, ‘Gli amici del Liberty’, ‘Bianca’, ‘Il Montecristo‘, giusto per fare qualche nome.
Per ogni prenotazione si ottengono una serie di punti: accumulateli e potrete andare a cena gratis. E se non sapete quale locale scegliere, affidatevi ai giudizi degli altri avventori (è possibile inserire una recensione solo dopo essere stati effettivamente nel locale) oppure ai suggerimenti che trovate in homepage (per esempio, dove mangiare la carne a Milano e via andare).
Avete due scelte quando vi presentate alla tavola dello chef Battisti: sbirciare il menù alla carta (spiccano i mondeghili presentati come ‘Rubitt‘, in milanese piccole cose preziose, pochi antipasti, pochi primi, l’immancabile risotto con l’ossobuco, qualche secondo e poi i dolci, il tutto calibrato a seconda della stagione) oppure affidarvi a lui e ordinare il menù degustazione (5 portate a sua discrezione a 45 euro, bevande escluse).
A pranzo potete prendere la Schiscéta, un menù a 19 euro curato e ovviamente milanese.
Io ho scelto la seconda opzione e no, non ne sono affatto pentita.
Si esce sazi, felici e con stomaco e occhi appagati: la mia cena è iniziata con un amuse bouche a base di crema di topinambur, quindi antipasto di carciofi ripieni, un risotto con formaggio di capra e foglie di carciofo croccante, il pollo più buono della mia vita e per finire panna cotta alla liquirizia con carciofo candito e zuppa inglese.
Ulteriori due punti a favore del Ratanà: sul menù trovate l’elenco di tutti i fornitori del ristorante (dalle carni ai formaggi, dalle uova alle farine, dai legumi alle conserve).
E in bagno, oltre al fasciatoio, ci sono pannolini, salviettine umide e assorbenti a disposizione delle clienti. Tanto di cappello, chef!
[Credits: photo by Barbara Torresan & La Viz]
Autore: Oriana Davini
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