Per la…misericordia, ripassare un’altra volta: la Chiesa cattolica decide di spegnere la voce di Misna, agenzia di stampa cattolica dal 1997 attenta osservatrice di quanto accade nel Sud del mondo.
Il “Giubileo” romano non porta quindi con sé solo una città, Roma, nelle mani emergenziali di Prefettura e Questura, con il laboratorio di precarietà e “normalizzazione” da grande evento mutuato dall’Expo milanese, ma anche una sorta di resa dei conti interna alla galassia – informatica e politica – cattolica.
A pagarne le spese, per ora, è quindi la Misna, una delle (poche) voci non allineate e critichedell’informazione cattolica.
Gli Istituti missionari editori hanno infatti deciso di chiudere entro il 31 dicembre Misna, agenzia di stampa fondata nel 1997 e da quasi un ventennio punto di riferimento importante per le notizie in arrivo dalle periferie del mondo, Africa in particolare, anche grazie alla rete di missionari, operatori umanitari e volontari – non solo cattolici e non solo italiani – sparsi in tutto il mondo.
Che non si tratti (solo) di un problema economico, ma soprattutto di carattere politico, lo evidenzia la dura nota diffusa dai giornalisti della Misna: dopo aver scritto (per ora senza risposta alcuna) a Bergoglio, l’assemblea dei redattori “stigmatizza l’assenza di proposte concrete da parte dell’editore e il rifiuto alla manifestata disponibilità della redazione di considerare soluzioni in grado di affrontare le crisi aziendali che facciano leva sugli ammortizzatori sociali disponibili: una linea che rivela una crisi più ampia, e ancor più grave, poiché investe ideali e motivazioni. Siamo sconcertati per un grave errore, compiuto in un momento più che mai delicato per l’informazione da e con i Sud del mondo”.
( Contenuto tratto dal WEB)
Considerazioni a a margine dello scrivente...
La chiusura dell'agenzia-stampa MISNA deve farci riflettere e parecchio. E proprio per l'assenza di un ripensamento da parte di chi avrebbe dovuto e potuto farlo.
Non si liquida così una risorsa preziosa.
MISNA è stata più di una rivista missionaria.
Un'assenza voluta?
E' possibile.
Non occorre a questo punto -io credo- aggiungere dell' altro.
Perché i redattori di MISNA hanno già detto tutto e quel tutto lo hanno espresso con molta chiarezza.
E i lettori, coloro che hanno creduto in una possibile eventuale soluzione, da fiduciosi che erano sulle prime, sono rimasti ovviamente delusi, pur comprendendo e compenetrandosi nelle sottese oggettive difficoltà di natura economica.
E Papa Bergoglio ?
Perché nessuna risposta? Perché il silenzio ?
Chiudere la comunicazione di un certo tipo d'informazione, informazione importante perché in un ' ottica di mondialità, e per giunta in un momento storico delicato come il nostro, in cui semmai ce ne sarebbe, al contrario, un grande bisogno, non ci piace affatto.
E non piace e non è piaciuto nemmeno a parecchi di coloro che la pensano come noi.
Bisogna, allora, proprio arrivare a concludere... "perdiamo o meglio perdete, cari ingenui, ogni speranza? "
Ma un vecchio adagio ci ricorda che la speranza, in alcune circostanze della vita, è stata e rimane sempre l'ultima a morire.
No. Noi vogliamo ancora ipotizzare, mettendo da parte un certo pessimismo di maniera, che qualcosa in positivo riguardante la MISNA possa accadere..
Qualcosa come, per esempio, è accaduto per la prestigiosa rivista "Il Regno" dei Dehoniani di Bologna, che ha ripreso ad andare in stampa e a raggiungere i suoi lettori, pur dopo un certo tempo di cessata pubblicazione.
Vaneggiamo?
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)