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Misoginia: la denuncia nel cassetto

Creato il 26 agosto 2012 da Barbaragiorgi @gattabarbara

Ormai lo sapete: sono una strega e mi piace esserlo. A volte (anzi, spesso) le streghe danno fastidio.  Soprattutto ai soggetti della tipologia “uomo-codardo-misogino”. Appunto. Ecco perché nascono definizioni del tipo “troia”. E mi riferisco ovviamente alla email di cui vi ho già parlato (a commento di un post del mio blog):

http://paroladistrega.wordpress.com/2012/07/31/misoginia-male-incurabile/

Ma ora vi parlo del seguito di questa bella FAVOLA.

Dopo il ricevimento dell’email, in data 30 luglio, decido di cestinare la medesima. Ma ci ripenso subito: la recupero e la piazzo nel blog.

Poi invio una email alla POLIZIA POSTALE della mia città, contenente: messaggio del galantuomo, miei dati personali e relative delucidazioni.

Il giorno dopo mi sorge il sospetto che la mia segnalazione possa rimanere sospesa nell’aria come una nuvola. Allora telefono alla polizia postale e parlo con il COMMISSARIO. Lui gentilmente mi spiega che la “semplice segnalazione” non serve a nulla: occorre una DENUNCIA DI INGIURIA. Solo così è possibile attivare l’iter per una individuazione del nominativo del soggetto e relativa procedura penale.

Il REATO quindi sarebbe INGIURIA e non MISOGINIA.

Certo, perché NON esiste tale tipo di reato.

Cosa ovvia e risaputa: L’ODIO PER LE DONNE NON E’ REATO. 

Allora in data 3 agosto vado all’ufficio di zona della polizia postale. Parlo con un agente che mi precisa quanto segue: la email del soggetto non contiene dati accessibili (e caspiterina: lo so! sono anonimi e criptati!) per cui devo trovare IO (= IO) la provenienza della email, cercando di aprire gli URL. Ma io sono una blogger, non una tecnica informatica! Vabbè, tornata a casa, qualcosa trovo (la rabbia aumenta le sinapsi).

Sabato 4 agosto altra tappa del pellegrinaggio alla polizia postale. Porto la stampa degli URL (e vorrei tirare un urlo!). Faccio denuncia. Finalmente! Ma non per ingiuria: il commissario mi suggerisce di fare denuncia per DIFFAMAZIONE (più “pesante”).

Ma i poliziotti mi fanno carinamente sapere che ora tutto dipende dal GIUDICE: deve valutare se questa email è DEGNA DI CONSIDERAZIONE. Perché ci sono COSE BEN PIU’ GRAVI.

COSE BEN PIU’ GRAVI?

Certo, ovvio, indiscutibile:  ci sono COSE  BEN PIU’ GRAVI.

MA – SPESSO – ALLE COSE BEN PIU’ GRAVI CI SI ARRIVA PURE CON IL RI-BATTEZZAMENTO DI “TROIA”.

Che dire?   Auguriamoci la salute….



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