Mission: Impossible III – J. J. Abrams

Creato il 30 dicembre 2014 da Maxscorda @MaxScorda

30 dicembre 2014 Lascia un commento

Accade di mettere un po’ d’ordine nel casino e ritrovare un DVD dimenticato chissa’ da quanto. Vidi il film al cinema, poi l’ho rimosso dalla memoria ma talvolta l’entropia cambia di segno e dal caos emerge l’ordine.
Il buon Tom Cruise alias Ethan Hunt, diavolo con un nome cosi’ fai impallidire pure Bond, si e’ finalmente accasato ma qualcosa e’ andato storto se fin dall’inizio lo troviamo inerme, legato ad una sedia e il cattivo Philip Seymour Hoffman sta puntando una pistola alla tempia della moglie.
Facile capire che il film e’ un lungo flashback che conduce al dramma e in mezzo lo sfoggio di effetti speciali, azione ed esplosioni alle quali la serie ci ha abituato, nell’ovvio crescendo che la saga richiede.
Partiamo da Abrams anche perche’ al suo esordio da regista, qualche sorpresa la riserva. Non mi convince e in fondo non convince tanti altri se col senno del poi, non ha diretto nulla di memorabile, eccetto forse l’ultimo "Star Trek", importante, piacevole ma non passera’ alla sttoria. Sempre col senno del poi, credo paghera’ a lungo la cosmica presa in giro che e’ stata "Lost" malgrado abbia saputo elettrizzare la platea e quell’energia resta nelle vene.
Ha un suo modo di affrontare le storie, gioca con gli spettatori curiosi creando riferimenti e citazioni, presunti grandi schemi invisibili che sottendono il visibile ma almeno per me il gioco e’ terminato. A suo tempo ancora non lo sapevamo ma strutturare "Mission: Impossible III" sulla caccia di qualcosa che altro non e’ se non l’ennesimo virus, suona come i numeri di "Lost" che alla fine non andavano bene neppure per il Lotto.
Anche le scelte tecniche sono discutibili, con tutto quella solarizzazione, saturazione che non drammatizza e semmai allontana oltremodo lo spettatore da una trama gia’ abbastanza fantasiosa. Sull’azione non si discute, sa come muoversi e in questo guadagna tanti punti. Certo, il film si appoggia su Cruise e si appoggia bene perche’ il nostro incarna l’intelligenza e la prestanza che il ruolo esige. Cosi’ fu per il primo, cosi’ prosegue e cosi’ e’ per ogni film d’azione nel quale si presta. Confesso che a suo tempo non trovai Hoffman adatto al ruolo, per una questione fisica, non altro ma rivedendolo e’ vero che si discosta dalla solita immagine di cattivo ma proprio per questo la sua indubbia bravura si sottolinea.
Divertente, ogni sei o sette anni fa piacere rivederlo.

Scheda IMDB


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