Mission: Impossible - Protocollo Fantasma - La Recensione

Creato il 28 gennaio 2012 da Giordano Caputo
Evaso di prigione con l'aiuto del suo nuovo team, l'agente segreto Ethan Hunt (Tom Cruise) deve tornare immediatamente in azione per risolvere il misterioso attentato terroristico avvenuto al Cremlino in Russia. Con a disposizione solamente le proprie forze e quelle della sua squadra, ma soprattutto senza poter contare sull'aiuto dell'IMF passato in modalità "protocollo fantasma", Hunt dovrà sventare ad ogni costo la concreta minaccia di una pericolosissima guerra nucleare. 
Passata nelle mani di J.J. Abrams dal terzo capitolo, la saga di “Mission: Impossible” ha nuovamente ritrovato vitalità e freschezza, tornando ad essere quello straordinario prodotto che nel lontano 1996 Brian De Palma aveva portato al cinema. Ma in “Mission: Impossible – Protocollo Fantasma”, il papà di “Lost” si rimette solamente al ruolo di produttore, lasciando la regia della pellicola in mano al collega Brad Bird, autore dello splendido capolavoro Pixar: “Gli Incredibili”.
Questo episodio appare quasi come un ritorno alle origini, specialmente quando lo si nota ricalcare in alcuni passaggi della sceneggiatura dei momenti molto simili a quelli del suo capostipite. Scelta sicuramente volontaria, e col senno di poi da giudicarsi anche intelligente e azzeccata, dato che le avventure dell’agente Ethan Hunt ancora oggi continuano a mantenere lo stesso tasso di spettacolarità e azione necessario senza mai risultare ridondanti o stancanti per il pubblico. Ma se la ricetta funziona, e anche bene, il pregio va riconosciuto inoltre ad un altro discorso, quello relativo all'inserimento di nuovi personaggi. L'innesto di nuovi volti infatti favorisce ampiamente al rinnovamento della serie e la costruzione precisa e brillante delle loro individualità permette che il confronto in scena con la stella-protagonista Tom Cruise non risulti mai in qualche modo sbilanciato ma anzi perennemente armonico. Paula Patton, Simon Pegg e Jeremy Renner sono tre nomi che presi singolarmente non avrebbero un peso considerevole ma invece, messi al servizio della narrazione e caratterizzati alla perfezione come in questo frangente, riescono a fornire quel pizzico di dinamismo in più, indispensabile alla struttura dell'intera pellicola. La prima è la classica femme fatale che però deve portare con sé il peso di un serio lutto da vendicare; il secondo è la certezza comica, pedina da gestire a piacimento in base alle necessità delle circostanze; il terzo è un agente apparentemente imbranato e fuori luogo ma portatore di uno scomodo segreto troppo pesante da far tornare a galla.
Diverso ovviamente è il percorso che riguarda Tom Cruise. Tornato nel posto in cui si trova maggiormente a suo agio (“Mission: Impossible” è praticamente casa sua), si conferma presenza scenica dinamica e potente: padrone assoluto del film e per la prima volta anche autoironico con sé stesso e il suo personaggio. L’agente Hunt invecchia e le missioni da affrontare invece sono sempre più pericolose, ci può stare quindi che arrivati alla soglia dei cinquant’anni, Ethan/Tom manchi più di una volta le misure per un salto da posizione impossibile oppure prenda qualche colpo di troppo in combattimento, l'importante è che continui a mantenere persistente quel suo carattere sfrontato e spericolato che a noi piace tanto e che lo contraddistingue da anni.
Ma come accennavo, “Mission: Impossible” adesso è nelle mani di J.J. Abrams e chi conosce bene il personaggio sa perfettamente che una delle certezze che può sempre garantire nei suoi prodotti è proprio una sceneggiatura di ferro. Bè, non ci sono sorprese. Quella scritta da Josh Appelbaum e André Nemecè per “Protocollo Fantasma” è un vero e proprio puzzle che nel corso del suo componimento finisce con il posizionare ogni singolo tassello nel posto giusto, non trascurando nemmeno l’allaccio (bellissimo) con il precedente capitolo.
Un lavoro di fino, figlio di una mente geniale che con le sue idee e la sua cerchia di fedeli collaboratori ha contribuito (e sta contribuendo) negli anni a cambiare sia il cinema che la televisione. Ebbene si, Abrams come Hunt. Due leader da salvaguardare per mantenere il bene sul nostro pianeta.
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