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Mister Lonely – Harmony Korine

Creato il 04 febbraio 2014 da Maxscorda @MaxScorda

4 febbraio 2014 Lascia un commento

Mister Lonely
Otto anni sono trascorsi dal precedente "Julien Donkey-Boy" e invece sembra un secolo. Korine ha fatto i soldi, e’ diventato celebre, si e’ imborghesito (mammamia che orrore)? Forse e’ uscito dai puzzolenti circoli d’essai ed e’ stato adottato da multisala splendenti e plasticosi?  
Evidentemente no, dal momento in cui si tratta di un cambio d’abito senza che l’abito faccia il monaco e la spettacolare sigla iniziale, patinata e in slow motion, e’ solo in apparenza surreale per rivelarsi presto in pieno stile Korine.
Tutta la vicenda in realta’ resta sospesa tra vissuto e sogno, una sorta di leggera improbabilita’ che aleggia tra i fotogrammi e in questo Korine ci ha abituati sin dal principio. Voglio dire, che esista un sosia di Michael Jackson che imita il suo idolo per campare ci sta, cosi’ come ci sta che in lui non vi sia semplice idolatria per il personaggio pubblico, bensi’ una filosofia di vita che pone la maschera innanzi la persona, in fondo solo piu’ palese rispetto l’abitudine che noi tutti piu’ o meno abbiamo.
Forse e’ piu’ improbabile ma non impossibile incontrare una sosia di Marilyn che vive in una comune di sosia, che abbia per marito un Charlie Chaplin e per figlia una Shirley Temple,  per quanto e’ da dire che delle suore volanti e Werner Herzog prete, un po’ piu’ assurdi lo sono.
Korine fa tutto con molta naturalezza, dimostrando se ve ne fosse bisogno, che l’etichetta da cinematografaro indipendente, quindi grezzo e spartano, era una scelta e non una necessita’ o perlomeno che la pietanza da preparare e’ in funzione degli ingredienti messi a disposizione, non dalla mano del cuoco.
Sorprende un poco questa vena poetica invero non troppo nascosta se andiamo oltre l’ironia con la quale Korine riveste i suoi film e qui, dati soggetto e pretesto, si fa ancora piu’ forte senza smarrirsi comunque nello stile del nostro che sopra le righe ci vive e sguazza. Persino toccante nel finale, Korine dimostra una rara sensibilita’ che si manifesta in fotogrammi da incorniciare, in un misticismo che non trova risposta ma che fa guardare al cielo.
Tra gli interpreti voglio ricordare i due principali, il convincente Michalel / Diego Luna e l’incantevole Samanha Morton, brava da commuovere, ancora una volta perfetta in tutto cio’ che fa.
I duri hanno un cuore e anche Korine non e’ da meno.

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