Il mosaico del drago scoperto nell'antica Kaulonia
(Foto: Il Sole 24 Ore)
Questi depositi votivi, secondo gli archeologi, sono opera dei Bruzi o Brettii, una popolazione italica che, arrivata dal centro Italia, abitò la Calabria e la cui capitale era l'attuale Cosenza. I Bruzi erano, un tempo, schiavi dei Lucani che, ribellatisi ai loro padroni, riuscirono a guadagnare la libertà emigrando verso sud.
Una delle fosse votive recentemente scoperte a Kaulonia
(Foto: Il Sole 24 Ore)
L'individuazione del luogo è il frutto di un lavoro certosino partito alcuni anni fa, quando fu rinvenuto un mosaico raffigurante un drago, il più grande tra i mosaici tornati alla luce in Magna Grecia. Nella stessa campagna di scavi che permise il rinvenimento di questo mosaico, venne scoperto anche un vaso contenente una falange umana e due monete combuste, che gli archeologi compresero pertinente un rito religioso.
Le buche votive risalgono al periodo in cui i Bruzi erano alleati di Annibale durante la Guerra Annibalica. Sul significato dei riti legati a queste fosse votive, gli archeologi non si pronunciano, in attesa di ulteriori e più approfondite analisi dei reperti all'interno di esse rinvenuti. L'unica cosa che può dirsi con certezza è che le ossa umane rinvenute non presentano segni di traumi. Forse si tratta di reliquie di avi offerte in omaggio alle divinità.