Misterius – Speciale Scienza: il primo fumetto matematico di Leo Ortolani

Creato il 19 ottobre 2013 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

La seconda edizione di Lucca Comics & Science (il programma), che si terrà all’interno della più vasta Lucca Comics & Games, vedrà, tra gli ospiti, il grande Cedric Villani, uno dei matematici vincitori della Medaglia Fields nel 2010, per le sue dimostrazioni sullo smorzamento di Landau e sulla convergenza dell’equilibrio dell’equazione di Boltzmann [1] , l’astronomo Amedeo Balbi e il fumettista e geologo per caso Leonardo Ortolani, che con il suo Rat-Man ha consdeguito un successo senza precedenti.

Mentre la presenza di Villani ha un suo perché (lettore appassionato di manga e sorta di “fumetto vivente”, come lo ha definito Roberto Natalini lo scorso anno, viene per presentare il suo libro divulgativo, Il teorema vivente), così come quella di Amedeo (anch’egli appassionato lettore di fumetti, nonché cultore di varie serie fantascientifiche, tipo Star Trek, viene per presentare il suo libro a fumetti divulgativo, Cosmicomics, disegnato da Rossano Piccioni); Leonardo Ortolani sembrava venire un po’ per curiosità, un po’ per fare un favore ad Andrea Plazzi, altro scienziato (in questo caso un matematico) finito a lavorare nel mondo del fumetto. E invece viene per presentare una nuova opera a tema, Misterius: Speciale scienza.

Pubblicato da CNR Edizioni, l’albo conterrà, oltre al fumetto di Ortolani, un articolo di Anna Parisi, l’intervista che Roberto Natalini ha fatto al cartoonist, con tanto di glossario matematico, giusto per non perdersi troppo, un articolo di Villani sulla divulgazione e un divertente articolo sulla Medaglia Fields di Stefano Pisani in tono con l’atmosfera goliardica dell’albo.
Presentato in anteprima il 26 ottobre al Festival della Scienza a Genova, sarà successivamente in vendita a Lucca Comics, dove verrà presentato ufficialmente. Però, dai cassetti di Andrea Plazzi e Roberto Natalini (che ringrazio per la fiducia!) sono uscite alcune anteprime veramente interessanti che mi sembra giusto condividere con tutti i lettori, incominciando dalla prima pagina dell’opera più “matematica” (giusto per citare un altro famoso personaggio del fumetto italiano) mai realizzata da Leonardo Ortolani.

Misterius è, dunque, una parodia (ché in questo Ortolani è bravo) di Voyager, ma anche un percorso a ostacoli tra la matematica e la fisica: il protagonista, infatti, è il matematico Bagalot, che viene accostato a Villani dallo stesso Ortolani in questo passaggio della sua intervista.

Leo Ortolani: L’indubbio elemento di forza di Villani è che si diverte. E quando uno si diverte è perché ha il controllo della materia. Ma per raggiungere il controllo devi divertirti. Bagolot, a differenza di Villani, si divertiva a guardare gli altri. E poi li imitava. O trovava soluzioni particolari a problemi che non era in grado di affrontare. Ma credo che non si sia mai divertito veramente. Forse solo una volta. Quando ha fatto lo scherzo del sacchetto di carta con dentro la cacca che lo metti davanti alla porta di un collega, bussi e intanto dai fuoco al sacchetto, il collega esce e vede il sacchetto che brucia e lo pesta per spegnere le fiamme. Fu dopo quell’episodio che Fermi lasciò Gottinga.

Che poi qualcosa di scientifico bollisse in pentola lo si poteva anche capire, come si legge da questo passaggio dell’intervista su citata.

Roberto Natalini: Per Misterius hai dovuto lavorare duro. Per esempio, sul tuo blog una volta hai iniziato un post con questa frase che mi ha fatto saltare sulla sedia: “Mentre son qui nel fornetto scaldavivande di Parma a guardarmi dei gran video sull’ipotesi di Riemann…” Anche se sono un matematico, quello non è proprio il mio campo (un po’ come se a te chiedessero di parlare del fumetto esistenzialista francese degli anni Cinquanta), per cui ti dispiacerebbe spiegarmi di che cosa parla questa ipotesi? Hai fatto progressi verso la sua risoluzione? Hai qualche idea da passarmi?
Leo Ortolani:Ah, i bei momenti in cui mi fanno una domanda a cui non so rispondere! Del video sull’ipotesi di Riemann ricordo solo questo tipo che fa il Misterius della situazione e alla fine entra in un mondo astratto dove ci sono delle figure tridimensionali fatte a monti e valli, e dove ci sono le valli e la funzione si annulla (o almeno credo), ci sarebbero i numeri primi. E se si va avanti all’infinito, sono tutti su una linea. Cosa questo voglia dire, lo ignoro. Ma probabilmente era un modo come un altro per Riemann di passare tutto il giorno in studio e lasciare alla moglie il compito di fare la spesa, andare a prendere i figli a scuola, seguirli nei compiti, preparare la cena. Poi alle sette e mezza, Riemann rientrava a casa e fingeva spossatezza: “Ho trovato un altro numero primo! Non ti dico la fatica!” E invece era uscito a bere con l’amico Gunther.

Non si parlerà, però, solo di ipotesi di Riemann o di problemi irrisolti, ma anche di macchine di Turing [2] e del numero di telefono di una diva del cinema.

Roberto Natalini:Passiamo alla storia vera e propria. L’inizio è folgorante e forse addirittura un po’ troppo veloce. Per esempio, non ho capito proprio come tu sia riuscito a far calcolare alla macchina di Turing il numero di telefono di Monica Bellucci. A me esce sempre il cellulare di Plazzi. Sai dirmi dove sbaglio?
Leo Ortolani:Probabilmente non hai inserito correttamente le misure della Bellucci. La macchina le legge sommandole e per questo esce il numero di cellulare di Plazzi.

Molto interessanti, però, sono quelle che ritengo le due risposte più serie di tutta l’intervista: quella relativa alla paura della matematica, che diventa un racconto dell’esperienza scolastica di Ortolani, e quella relativa a uno dei teoremi più importanti della matematica del XX secolo.

Roberto Natalini:Dimostrando i suoi famosi teoremi di incompletezza, Kurt Gödel precede di poco il nostro sfortunato amico. Ho ammirato la precisione con cui hai esposto il profondo risultato di Gödel, e soprattutto l’impeccabile ortografia dei puntini sulla “o”. Sapresti ridirlo con parole tue? Vedi una connessione con la macchina di Turing?
Leo Ortolani:So dirlo con le parole di Wikipedia. Per dirlo con le mie, citerei la frase “Io non dico mai la verità”. E poi lascerei la gente a divertirsi cercando di interpretarla.
Una volta l’ho detto che ero in macchina con Turing. Lui ha accostato e mi ha fatto scendere.
Gli ho tirato una mela.

Che poi la risposta di Ortolani è anche in perfetta linea con il tema della sua opera, citando in maniera abbastanza esplicita per gli esperti di paradossi logici il famoso paradosso del mentitore: che il nostro voglia diventare professore emerito di matematica?

P.S.: i passaggi citati sono tratti dall’intervista inviatami gentilmente in anteprima da Roberto Natalini, che ringrazio ancora una volta.


Note:

  1. dal sito dell’International Congress of Mathematics, 2010 [↩]
  2. A proposito di Turing sono consigliati, una sua biografia scritta dal sottoscritto, un’altro bell’articolo di Annarita Ruberto e infine quello di Roberto Natalini [↩]

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