Resta il vortice di un buco allo stomaco, nei giochi di compromessi tra riscatto immondo e libero perdono: frati si alternano in scena, vesti religiose nel contorto sguardo di un sogno ossessivo si macchiano di peccato, confessano lascive la putrefazione delle virtù.
Al Teatro Brancaccino fino al 13 marzo (da giovedì a sabato ore 20, domenica ore 17.30), Misura per misura una commedia noir di William Shakespeare meno conosciuta di altri testi del drammaturgo inglese più famoso al mondo. Un'occasione per conoscere il testo, tagliato ma non modificato dal regista Valentino Villa in un adattamento che racchiude la storia in un'ora di spettacolo tra atmosfere di depravazione, moralità forte e sensi di colpa.
Vienna - che è bordello, prigione e spazio mentale attraverso le scene curate da Francesco Mari, i costumi di Maria Sabato e le luci di Raffaella Vitiello - replica immagini dai colori del secolo scorso, con foglie d'oro e candelabri acuminati, simboli di perversioni nascoste mentre il Duca Vincenzo si protegge con i suoi guanti di pelle bianchi dal nero che piomba cupo con l'illusione che il potere sia il desiderio di una perfezione da compiersi attraverso il sacrificio della libertà e l'ipocrisia celata delle pulsioni del luogotenente Angelo, a cui ha ceduto momentaneamente il controllo della città.
Una sentenza di morte sulla testa di Claudio, che ha messo incinta la sua fidanzata prima del matrimonio. La condanna all'immoralità, proclamata da Angelo, è giudizio ed esempio delle politiche morali di Angelo - che però vedrà nella figura di Isabella, sorella di Claudio e novizia con il desiderio di diventar suora, un quadro malato quando lei chiederà pietà e perdono per il fratello: Angelo rivelerà i suoi impulsi immorali e passerà alla stessa Isabella la scelta del compromesso se prostituirsi per la vita di suo fratello e macchiare la sua propria anima.
Vizi carnali che innescano ansie contorte nel ritmo incessante di passi e movimenti (studiati con Marco Angelilli, trainer e collaboratore della compagnia di Ricci/Forte) che si vedono ed intravedono in quinte che rivelano gli istinti più bassi che scivolano e si trascinano sul palco, mentre specchi riflettono le immagini nascoste e la duplicità e doppiezza di misure scomode, quelle con cui Angelo si confronterà.
Il risvolto contorto è affidato ai bravi attori Tommaso Arati di Maida, Daniele Bianchini, Alessandro Castiglia, Dario Guidi, Gabriele Pestilli, Adele Pani, Indri Qyteza, Francesco Rizzo e Serena Sansoni, che alle volte si moltiplicano in scena e si trasformano giocando con la propria sessualità dietro le quinte e gli specchi. Sublime.
Il progetto nasce da una produzione Teatro Azione e gli attori sono tutti ex-allievi diplomati dalla scuola stessa, scelti per questo spettacolo che costruisce un ponte tra il percorso di studi e l'ambito professionale, in un lavoro che professionale è e merita di essere visto. www.teatroazione.org
Foto: Tiziana Tomasulodi Alessandra Carrillo, all rights reserved