Misurare il tempo

A volte si può misurare il tempo che passa attraverso la vita degli altri.
Non mi interesso di calcio, non me ne sono mai interessata. Ma ricordo con particolare intensità una mia vecchia compagna di banco alle superiori, persa dietro a Pippo Inzaghi; a quell’epoca il cannoniere era un giovane talentuoso che da poco si era affacciato nel mondo del pallone.
A distanza di anni, accendendo il televisore in una bella giornata di maggio, ti rendi conto che quel calciatore- che nel frattempo a tua insaputa si è fatto una carriere- sta probabilmente per diventare un allenatore.

E’ in quell’istante che comprendi come il tempo sia passato, come lui sia diventato qualcuno e come anche tu, a tuo modo, abbia preso le distanze da ciò che eri allora; 20 anni fa. Ma che dico… forse anche di più.
E’ in quell’istante, quando la voce dello speaker scandisce il suo nome urlando, che ti rendi conto di come il suo viso sia ormai non più quello di un ragazzo, ma quello di un uomo; e in prospettiva ripensi a te, alle tue foto da ragazzina, e ti senti diversa, cambiata; la tue pelle è meno ingenua e più profonda, forse più avvezza alle frustate della vita.

E’ in quell’istante che immagini quale potrà essere il suo futuro, e quale potrà essere il tuo; ed è così che ti accorgi che è ancora una partita aperta, il tuo domani, ma questa partita dura ancora poco; forse troppo poco. E ti chiedi disperatamente quando ti accorgerai che lui sarà vecchio, tu dove sarai? saprai che molto di te è passato, insieme a lui, e saprai che il terreno sotto i piedi è sempre più poco.