Ormai i Social Network sono entrati completamente nella nostra vita, occupando gran parte del nostro tempo. Postiamo frasi, condividiamo foto, video, esperienze, pensieri e tendiamo a possedere profili su più social.
Sono in molti ad aver criticato il sistema di Klout e ad averlo giudicato come non attendibile e privo di fondamento, ma d’altro canto, ci sono anche molte aziende le quali utilizzano il punteggio dato da questo servizio come criterio di assunzione. Hai un punteggio molto basso? Non sei influente. Non ti assumiamo. Sembra uno scherzo, ma accade davvero, soprattutto nelle aziende che si occupano di comunicazione. Un caso che ha fatto molto discutere è stato quello dell’esperto di marketing Sam Fiorella, collaboratore di Kraft, Aol e Ford, il quale venne scartato da un’azienda canadese per via del suo Klout Score basso.
In Italia, per fortuna o per sfortuna, non è ancora molto diffuso anche se forse, in futuro, si potrebbe diffondere Buzzoole, piattaforma lanciata da una startup italiana. Essa si propone di individuare gli influencer di un determinato settore i quali vengono ricompensati dalle aziende di quel determinato settore con sconti e promozioni. Questo marketplace è ancora in forma beta e analizza solo l’influenza su Facebook, ma promettono che presto verranno analizzati anche altri social come Google+, Twitter, Youtube e Pinterest e chissà se anche noi in Italia dovremo inserire sui nostri Curriculum Vitae il nostro grado di influenza sui Social Network? Meglio portarsi avanti e partire già avvantaggiati, non si sa mai!