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Mitchell Kanaskevich: un giovane fotografo di viaggio che ama le culture e la luce

Da Ragdoll @FotoComeFare

Ecco un intervista al fotografo di viaggio documentarista Mitchell Kanashkevic. Lo trovo un fotografo dalla straordinaria sensibilità e con uno stile visivo riconoscibile ed efficace. Per imparare tutto del suo modo di lavorare, ti consiglio il suo ebook Immagini Potenti.

Ecco come si descrive Mitchell sul suo sito.

“Sono un vagabondo del mondo, curioso e instancabile, nonché un fotografo di viaggio documentarista. La mia passione principale consiste nell’immortalare antiche culture che stanno scomparendo e condizioni umane in situazioni uniche e di grande sfida. La quantità di soggetti è abbastanza ampia, ma sia che stia fotografando dei pastori nomadi in India o la vita negli ultimi villaggi dell’Est Europa o i minatori di zolfo che lavorano nel cratere di un vulcano, il mio obiettivo è sempre lo stesso: catturare l’elemento umano. Con queste foto documentario compongo storie relative ai soggetti sopra menzionati. Molta parte della mia travel/documentary photography è presente su Getty Images, mentre i miei ritratti culturali, sia a colori che in bianco e nero si trovano in collezioni private di amanti della fotografia in tutto il mondo”. [la pagina "About" di Mitchell]

Veniamo alle domande.

Dicci qualcosa di più riguardo alla tua fotografia. Da quanto tempo fotografi? Che tipo di servizi fotografici hai fatto? Puoi citare qualcuno dei tuoi dei tuoi clienti attuali o precedenti?

Sono un fotografo professionista da circa 4 anni, per quanto mi sia dilettato nella fotografia molto più a lungo. Molto del mio lavoro ha come punto di riferimento culture, tradizioni e vita quotidiana diverse da quella del posto dove vivo (Sydney, Australia).

Non ho clienti nel senso proprio del termine. Molte delle mie foto sono acquisite da Getty Images, il che vuol dire che ho tonnellate di clienti ogni mese ed è impossibile tenere traccia di ognuno. Inoltre vendo stampe a collezionisti privati e invio materiale alle riviste. Puoi saperne di più sul mio Blog.

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Come sei entrato nel mondo della fotografia di viaggio e delle culture? Da dove ti è venuta l’idea e quali sono i tuoi sogni? E poi, quali cose richiamano la tua attenzione?

Mi è sempre piaciuto viaggiare. Credo di aver guadagnato il gusto per il viaggio e per le nuove culture abbastanza presto nella mia vita, dato che i miei genitori ed io emigrammo dall’URSS in Australia quando avevo 10 anni. Venne poi il momento dei viaggi di ritorno alla “madre terra” e facemmo delle tappe lungo il percorso attraverso altri paesi, perché, credo, anche ai miei genitori piaceva vedere il mondo, essendo stati privati di questa possibilità per lungo tempo (vivendo dietro la “cortina di ferro”).

Sono stato sempre molto curioso ed è sempre stato interessante per me vedere come vivono le altre persone. Questo è il motivo per cui, quando conclusi i miei studi all’università, programmai di fare qualche viaggio più lungo. Il viaggio è ciò che motiva la fotografia, infatti la fotografia è la mia scusa per viaggiare e incontrare tutte queste persone fantastiche e fare esperienza della loro cultura direttamente.

Se intendi chiedere come ho cominciato questa attività dal punto di vista professionale, bene, è avvenuto in seguito ad alcuni colpi di scena. Per far breve una storia altrimenti molto lunga, ho pubblicato alcune immagini online, la gente ha risposto bene, ho inaspettatamente venduto alcune immagini ed ho realizzato che forse c’era del potenziale per trarne qualche profitto.

Poi ho inviato le mie foto ad una rivista chiamata “Black and White” ed ho vinto uno dei loro contest per mettere in evidenza il proprio portfolio. E subito un altro indizio è giunto: non appena quella rivista è stata pubblicata, la gente ha cominciato ad inviarmi email dicendomi che voleva comprare stampe del mio lavoro. Avevo ottenuto un’altra prova del fatto che c’era la possibilità di trasformare ciò che mi piaceva in qualcosa di redditizio.

Da dove mi è venuto lo spunto per questa attività? Non so proprio come rispondere, forse nasciamo con alcuni talenti / abilità e questo è il mio. I miei sogni? Io per lo più vivo il mio sogno ogni qual volta mi trovo in viaggio, il che avviene per la maggior parte dell’anno. Il mio sogno è continuare a fare quello che sto facendo ed avere libertà riguardo a dove voglio andare e a cosa voglio fotografare. Mi piacerebbe anche avere una famiglia ed avere una sorta di “sqaudra di viaggio”: io, mia moglie ed un paio di bambini… potremmo essere una famiglia nomade!

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Quali ambiti di applicazione vedi oggi per questo genere di fotografia? E’ eccitante farne parte? Da quando hai cominciato, hai assisto a qualche cambiamento di grossa portata che l’ha riguardata?

Sono stato in questo tipo di attività abbastanza a lungo da essere in grado di compararla con quanto avveniva in passato, ed è chiaro che ogni cosa è diventata digitale. Ci sono più persone di prima interessate a comprare fotografie, ma i prezzi che la gente è disposta a pagare non sono così alti, il che può essere frustrante, ma non necessariamente tragico, perché il numero dei compratori può benissimo compensare i bassi prezzi.

In generale posso dire che sia certamente esaltante far parte di questa attività. Stiamo vivendo un momento storico dove chiunque possegga una fotocamera ed abbia un po’ di talento, capacità e intraprendenza, può veramente avere la possibilità di vivere della fotografia.

Quali sono le caratteristiche che un buon fotografo di viaggio culturale deve possedere? Quali sono le differenze con altri ambiti della fotografia?

La curiosità genuina è probabilmente la caratteristica prima e certamente aiuta essere una persona simpatica, almeno avere un comportamento dignitoso.

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Per quanto tempo viaggi ogni anno? Come gestisci il tempo da dedicare alla tua famiglia?

Non ho un programma stabilito per tutti i viaggi che devo fare durante l’anno, ma solitamente viaggio almeno 6 mesi l’anno, qualche volta di più, dipende se devo stare a casa a prendermi cura del cane o meno :) E’ stato facile gestire il tempo da dedicare alla famiglia per il fatto che la sua parte principale, mia moglie, ha viaggiato con me negli ultimi anni. Si cura di me e non stiamo mai soli.

Chi ha costituito un’ispirazione per la tua fotografia? Che cosa continua a ispirarti? Leggi dei blog? Se sì, quale raccomanderesti? 

Ci sono alcuni fotografi che mi ispirano. Quelli ovvi sono Mccurry, Salgado, Olivier Föllmi, ma ce ne sono molti altri. Non c’è carenza di ispirazione in giro, di sicuro.

Continuo ad essere ispirato dai viaggi che faccio e dalle espressioni della vita che incontro. Non capisco quando le persone necessitano di una maggiore ispirazione: io sono sempre ispirato, ma forse sono ancora abbastanza giovane e ingenuo.

Sì, leggo dei blog. Pixelatedimage.com è uno dei miei favoriti, come anche The Travel’s photographer blog. Parlando di ispirazione, date un occhio ad alcuni dei fotografi che propone. Timothy Allen (un fotografo della BBC) cura un eccellente blog. Leggo regolarmente anche i blog di alcuni amici fotografi che ho incontrato su internet. Matt Brandon, Gavin Gough. In realtà ce ne sono troppi da menzionare. Quando sono a casa sono drogato di blog.

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Chi sono i maggiori clienti per un fotografo di viaggio culturale? Le riviste costituiscono ancora una grande parte della domanda? Come influisce l’economia odierna su questa attività?

Ci sono un sacco di clienti che non sono esclusivamente clienti della cultural photography. Un sacco di compagnie necessitano di immagini a sfondo culturale o di viaggio. Siccome è difficile sapere chi sono ed è necessario un sacco di tempo per capirlo, credo sia importante appoggiarsi ad un’agenzia o avere una visibilità online molto consistente, tanto che i potenziali clienti possano trovare il tuo lavoro e venire da te, piuttosto che sia tu a doverli rintracciare.

Le riviste sono certamente una parte della clientela, ma è difficile basarsi esclusivamente sulle richieste delle riviste, a meno che tu non produca regolarmente degli scatti per alcune grandi pubblicazioni, che è qualcosa verso la quale non ho diretto la maggior parte dei miei sforzi.

L’economia ha ovviamente influenzato ogni cosa, ma questo non vuol dire che non ci siano abbastanza clienti là fuori.

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Sono importanti internet e i social media per promuovere il tuo lavoro? Se sì, come? Il loro apporto è sovrastimato? A causa di ciò, sei stato costretto a cambiare il tuo ambito di interesse o il modo nel quale conduci la tua attività?

Assolutamente. Io sono sicuramente un prodotto dell’era digitale. Se non fosse stato per internet, io non avrei potuto fare ciò che faccio. Internet ha aperto tante porte quante barriere ha contribuito ad abbattere.

Ci sono esempi infiniti di come questo sia avvenuto, per esempio, grazie ad internet, portare i tuoi prodotti all’attenzione dell’editore di una rivista è questione da poco: basta inviare una mail con il link al tuo lavoro. Grazie a questo ho avuto la possibilità di vedere alcuni dei miei lavori pubblicati. Ho stipulato il mio contratto con la Getty Image allo stesso modo. Se prima, come ho sentito, la gente doveva dirigersi di persona dagli editori per mostrare il proprio portfolio, il che richiedeva una spesa di alcune centinaia di sterline, ora è tutto molto più accessibile, molto più facile.

Lo stesso vale per i social media. E’ impressionante quanto siano potenti. Non credo che siano per niente sovrastimati, anzi, molte persone ancora non hanno realizzato il loro potenziale. Aprire un blog è stata probabilmente la miglior mossa che io abbia fatto come fotografo. Ho stabilito la mia presenza online, ho avuto la possibilità di fare dei soldi vendendo ebooks e concedendo la licenza delle immagini prodotte, ho aiutato e mi sono interconnesso con diverse persone nel corso dell’intero processo.

Internet e i social media non hanno cambiato il modo in cui conducevo la mia attività, mi hanno dato la possibilità di averne una.

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Dicci qualcosa riguardo al prossimo gadget che pensi comprerai. Quale è stato il più importante nella tua carriera?

Penso che comprerò una lente da 70-200mm f2.8 e una custodia resistente all’acqua per la mia fotocamera prima del prossimo viaggio. Sono cose che ritengo piuttosto importanti perché saranno molto utili per il tipo di fotografia che progetto di fare in futuro. Ma la cosa più importante credo sia il corpo macchina. Personalmente io utilizzo la Canon 5MD MKII e trovo che sia grandiosa.

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Quale potrebbe essere un consiglio da dare ad un fotografo che si è appena avvicinato a questo ambito? Qual è il più grande ostacolo da affrontare per i nuovi fotografi che vogliono lavorare in questo campo?

Più importante di tutto è creare una solida struttura alla tua attività: devi avere qualcosa da offrire. Quando sei forte dei contenuti, stabilisci la tua presenza online. Oggi, se le tue foto non sono online, sostanzialmente non esisti.

Non farti distrarre da tutte le possibilità dei social media. Crea un buon portfolio sul web e apri un blog. Poi comincia a farti conoscere dalla gente, dillo su Twitter, mettiti in contatto con altri blogger, promuovi i tuoi prodotti, ecc.

Non ci sono reali ostacoli per i fotografi di questi giorni; lo credo veramente. Se tu hai il talento, le abilità e riesci a pensare in modo creativo a questo tipo di attività, allora non c’è nulla che possa fermarti.

Per imparare a fotografare come Mitchell Kanaskevich, creando foto di grande impatto, ti consiglio l’ebook Immagini Potenti. Ci trovi i dietro le quinte di 15 sue bellissime foto spiegate per filo e per segno, dall’idea alla post-produzione. Sarà come leggere nella sua mente.

Articolo di Heber Vega, liberamente tradotto dall’originale: 10.Q Interviews: travel & documentary photographer – Mitchell Kanashkevich


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