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Miti da sfatare parte terza: Vita da cani o vita da peluche?

Da Debora79


Sta scritto che il re Salomone parlava con i quadrupedi, con gli uccelli, con i pesci e con i vermi. Anch’io parlo con gli animali, seppure non con tutti, come sembra facesse il vecchio re, e ammetto la mia inferiorità su questo punto. Però parlo con alcune specie che conosco bene, e senza bisogno di un anello magico. In questo anzi io sono superiore al vecchio re, che senza il suo anello non avrebbe compreso neppure il linguaggio delle bestiole con cui aveva maggior dimestichezza…io, per conto mio, trovo che comunque non è sportivo servirsi di un anello magico nei rapporti con gli animali: anche senza ricorrere alla magia le creature viventi ci raccontano le storie più belle, cioè quelle vere. E in natura la verità è sempre assai più bella di tutto ciò che i nostri poeti, gli unici autentici maghi, possono anche soltanto immaginare.

Questa bellissima citazione è tratta dal libro “l’anello di Re Salomone” del famoso zoologo austriaco e padre fondatore dell’etologia (scienza che studia il comportamento degli animali) Konrad Lorenz.
Già nel lontano 1949, Lorenz sosteneva l’importanza della comprensione del linguaggio degli animali e sottolineava quanto fosse essenziale comunicare con gli animali nel modo giusto, perché altrimenti c’era il rischio di commettere grossi errori.

Non è affatto strano che si possa comprendere il “vocabolario” di alcune specie animali; noi possiamo anche parlare “agli” animali, per lo meno nell’ambito dei nostri mezzi fisici di espressione, e nella misura in cui, dal canto loro, gli animali son disposti a prendere contatto con noi. Bisogna però stare attenti a “non sbagliare lingua”.

Con il passare degli anni la scienza ha fatto passi da gigante e le ricerche che aveva iniziato Lorenz riguardo il linguaggio canino si sono consolidate sempre di più, scoprendo quanto sia affascinante e lineare la comunicazione dei cani.
Il cane, ha un linguaggio completamente diverso dal nostro, è un animale visivo che comunica in parte con l’abbaio ma prevalentemente attraverso i segnali del corpo. Ogni movimento corporeo corrisponde ad un segnale ben specifico.
La codificazione di questi segnali è stata molto importante nella costruzione di una relazione equilibrata fra  uomo-cane, che fino agli anni ’80 era stata principalmente a senso unico.
Il cane non capisce il nostro linguaggio ma impara per associazioni ed ogni giorno con la nostra postura ed i nostri movimenti corporei non facciamo altro che comunicare “qualcosa” ai nostri amici a 4 zampe, ogni gesto corrisponde ad uno specifico comportamento. A volte questi segnali possono indurre il nostro cane ad avere un comportamento corretto ma il più delle volte otteniamo l’effetto contrario perché i nostri segnali sono spesso contraddittori fra loro e ciò determina che il nostro cane compia azioni sbagliate.

Le conseguenze di questi errori possono essere devastanti, rovinare la relazione fra il proprietario ed il povero cane che non riesce a comprendere il motivo per il quale il padrone sia spesso arrabbiato. Non dobbiamo mai dimenticare che il cane non conosce il nostro linguaggio, è come se qualcuno iniziasse a parlarci in una lingua a noi sconosciuta e l’errore che si fa spesso è che tendenzialmente ci rapportiamo con i nostri animali come se stessimo comunicando con un altro essere umano ma ciò è completamente sbagliato.
L’antropomorfizzazione dei nostri cani fa sì che spesso ci si convinca che alcuni loro comportamenti siano  riconducibili a quelli degli esseri umani, come per esempio: il cane fa i dispetti, il cane è geloso della figlia o del marito, il mio cane ama essere preso in braccio e così via.

Nel linguaggio canino ci sono alcuni segnali che i cani adottano per prevenire l’accadere di un evento, per interrompere qualcosa, per comunicare e calmare se stessi quando sono stressati o quando si trovano in una situazione di disagio. Questi segnali sono chiamati “segnali calmanti” o  “segnali di pacificazione”.
Tutte le razze del mondo comunicano nello stesso modo, e tutti i cani utilizzano i “segnali calmanti” quando si sentono a disagio per qualcosa.
Alcune razze come quelle nordiche/primitive utilizzano alcuni segnali molto più di altre.

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Vi sarà capitato di vedere in tv, specialmente in questo periodo, alcuni politici e personaggi pubblici rilasciare interviste con graziosi cagnolini in braccio.
Questo comportamento non solo è sbagliato ma è molto stressante per gli animali.
Per manifestare il loro disagio molto spesso li vedrete adottare i “segnali calmanti”, come: girare la testa di lato, socchiudere gli occhi, tirare indietro le orecchie, alzare una zampa, sbadigliare spesso, ansimare, grattarsi spesso, leccarsi il naso e molto altro ancora. Se il cane si è stressato molto è possibile che vediate comparire anche la forfora sul suo manto.

Molte persone in buona fede credono che ai nostri cani piaccia molto essere accarezzati sulla testa, abbracciati, presi in braccio o che qualcuno si pieghi su di loro, ma esperimenti scientifici ad oggi hanno dimostrato che tutti questi gesti che gli esseri umani adottano abitualmente non solo non piacciono ai cani, ma sono estremamente stressanti per loro, anche se a volte possono tollerarli da parte dei proprietari.

Del resto anche a me darebbe molto fastidio se un estraneo mi mettesse una mano sulla testa o facesse tutte le altre cose che ho citato sopra.

Qualunque comportamento adottiate, ricordate che il cane non capisce il nostro linguaggio e comunica in modo diverso dal nostro, chiedetevi sempre se quello che pensate che sia giusto per voi lo sia anche per il vostro amico a quattro zampe.

Si dice che noi siamo degli “animali superiori” ed in quanto tali dovremmo avere l’umiltà e la voglia di imparare il linguaggio del nostro cane,  per riuscire a guardare le cose da altre prospettive.
Scoprire un nuovo linguaggio è la chiave vincente per aprire la vostra mente a qualcosa di estremamente affascinante e ricco di emozioni, solo così riuscirete a costruire una relazione equilibrata e a capire meglio come pensa il vostro cane.


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