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Mitologia della natura

Creato il 10 luglio 2010 da Renzomazzetti

MITOLOGIA DELLA NATURAPer lo studio della natura occorre un amore del tutto particolare e un’anima infantile insieme con l’intelletto più limpido e coi sensi più calmi. Solo quando un’intera nazione si appassionerà alla natura, e vi si stabilirà un nuovo legame fra i cittadini, quando ogni luogo avrà i suoi naturalisti e i laboratori, soltanto allora si faranno progressi su questa strada gigantesca che è in rapporto con essa. Toni, intonazioni dell’animo. Il freddo favorisce la secrezione dei pensieri, così come la tempesta della passione e l’attrazione dell’inclinazione. Aria interiore, acqua e luce interiori. Poesia della natura. Il fiore è tutto poetico. Che non sia possibile una mitologia della natura? Intendendo qui mitologia nel mio significato come libera invenzione poetica che simboleggia variamente la realtà. Ogni proprietà nei regni della natura sorge attraverso il grande sistema della proprietà, lo stato naturale. Altrimenti tutto e nulla è proprietà. La natura è nemica dei possessi perpetui. Secondo leggi fisse essa distrugge tutti i segni della proprietà, cancella tutti i caratteri della formazione. La terra appartiene a tutte le generazioni; ognuna ha diritto a tutto. Le precedenti non devono andar debitrici di alcuna preferenza a questa primogenitura fortuita. Il diritto di proprietà cessa a epoche determinate. Il miglioramento e il peggioramento sottostanno a condizioni immutabili. Ma se il corpo è una proprietà con la quale io acquisto i diritti di cittadino attivo della terra, con la perdita di questa proprietà non posso perdere anche me stesso. Non perdo niente se non il mio posto in questa scuola superiore e passo in una associazione più alta nella quale mi seguono i miei amati condiscepoli. -Novalis-

LA NATURA DELLE COSE

(Libro sesto, parte)

Per prima Atene dal glorioso nome offrì un tempo

ai mortali dolenti il frutto delle messi,

e diede basi più salde alla vita, e istituì le leggi,

e dispensò per prima i dolci conforti della vita,

quando generò un uomo rivelatosi di così alto intelletto

da effondere poi ogni parola da labbra veridiche;

la sua gloria, anche da estinto, per le divine rivelazioni

divulgata in antico giunge fino al cielo.

Quando infatti s’avvide che quasi tutto il necessario

all’esistenza era già preparato ai mortali,

e, per quanto era possibile, la vita posava sicura,

e inoltre gli uomini, potenti per onore e per fama,

abbondavano di ricchezze, inorgogliti dal buon nome dei figli,

senza tuttavia provare nell’intimo petto minore angoscia,

o cessare di affliggere continuamente la loro vita

contro ogni buona ragione e torturarsi con disperati lamenti,

comprese che lì il male proveniva dal vaso stesso,

e che proprio da quel male veniva dentro corrotta ogni cosa

che giungeva raccolta dall’esterno, anche i piaceri:

in parte, perché lo vedeva incrinato e cosparso di fori,

così che mai in alcun modo poteva colmarsi,

e, in parte, perché s’avvedeva

che il suo repellente sapore

contaminava qualsiasi sostanza avesse accolto al suo interno.

E dunque purificò i cuori con veritiere parole,

e stabilì un termine alla cupidigia e al timore,

ed espose quale fosse il sommo bene cui tutti tendiamo,

e mostrò la via per la quale con breve sentiero

possiamo giungere a esso con diretto percorso,

e quanto male sia sparso nelle cose mortali,

che si produce e in vari modi vola sia per naturale forza,

sia per caso, avendo così predisposto la natura,

e da quale sbarramento di porte si debba fronteggiare ciascuno;

e provò che il genere umano per lo più volge

vanamente nell’animo i flutti malaugurosi del travaglio.

Infatti come nelle cieche tenebre i fanciulli trepidano,

spaventati da ogni cosa, così nella luce noi talvolta

temiamo cose che non sono affatto più paurose di quelle

che i fanciulli paventano nelle tenebre, immaginandole imminenti.

Questo terrore dell’animo, dunque, e queste tenebre occorre

che siano dissipate non dai raggi del sole o dai lucenti

dardi del giorno, ma dalla visione e dalla scienza della natura.

-Lucrezio-

LA NATURA GENERA TUTTI LIBERI,

E IN TUTTI E’ NATURALE

L’AMORE DI LIBERTA’.

-Plauto-


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