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Mitologia e media moderni

Creato il 17 marzo 2014 da Mcnab75

Norse Mythology

Riagganciandomi al post di ieri (che tra l’altro segnala una promozione in corso oggi), voglio spendere due-parole-due sulla mia passione di lunga data per la mitologia. Soprattutto per quella classica, ma non solo.
Uno dei primi libri che mamma mi regalò era, se ricordo bene il titolo, La Storia delle Storie del Mondo. Una sorta di versione semplificata dell’Iliade, con tanto di splendide illustrazioni. L’amore fu immediato e assoluto. Un bambino di 7-8 anni poteva forse resistere al richiamo di battaglie, eroi, armature, divinità guerrieri e chi più ne ha più ne metta? Certo che no.
Per me fu come l’aprirsi di un universo parallelo, che andava ben oltre il reale e il tangibile. Seguirono, a stretto giro, letture ancor più di fantasia (e certamente più attuali), dai librogame a La Storia Infinita, passando per i romanzi di Conan pubblicati dalla Fantacollana Nord. Impiegai qualche anno per comprendere che, gira e rigira, gran parte di queste narrazioni si rifacevano proprio alla mitologia. E non solo in campo fantasy, bensì anche nella fantascienza, spesso nei thriller (dove i rimandi sono simbolici) e altrove.

Il termine “mito” (μύθος, mýthos) possiede in Omero ed Esiodo il significato di “racconto”, “discorso”, “storia”.
Un racconto “vero” , pronunciato in modo autorevole [8] perché «non c’è nulla di più vero e di più reale di un racconto declamato da un vecchio re saggio».

La passione per la mitologia non è mai svanita.
Ne ho cercato i richiami in molti campi, a partire dall’Arte, passando per il cinema, i giochi di ruolo, i fumetti. Il media principale è però rimasto il libro (o ebook, non fa differenza).
Sia come lettore che come scrittore ho sempre reso omaggio a quell’immaginario che, da ragazzino, mutò per sempre il mio modo di vedere il mondo.
Da piccolo era soprattutto una questione di fascinazione per mostri, guerrieri, eroi e prodigi. Crescendo si notano altre sfumature, più profonde e complesse. Il già citato simbolismo, che racchiude una magia molto più intensa e concreta di quella venduta un tanto al kg dai romanzetti fantasy moderni.
C’è poi da considerare il discorso degli archetipi, che nei racconti mitologici sono tanto ben rappresentati. Non a caso, ancora oggi, ci sono pochi film o libri che sfuggono a strutture narrative già delineate migliaia di anni fa, nei cosiddetti cicli mitologici.

Two Satyrs: 1618 by Peter Paul Rubens.

Two Satyrs: 1618 by Peter Paul Rubens.

Non da ultimo, la mitologia intesa come Arte offre una quantità infinita di bellezza di cui nutrirsi. Parlo di quella bellezza che va oltre la rappresentazione del reale e del visibile, per far viaggiare la mente altrove, con altre prospettive.
Oggi assistiamo e ci beiamo (io per primo) di certi prodigi riguardanti certe creazioni grafiche che girano sui social network. Basta fermarsi qualche secondo a riflettere per comprendere che tali cose già venivano offerte all’uomo in tempi remotissimi, vuoi dal poeta, dal cantore, o dall’artista (scultore, pittore etc) che sceglieva di ispirarsi ai racconti del Mito.

Tra l’altro oggigiorno c’è una grande riscoperta e reinterpretazione di quelle storie. Spesso avviene con film che puntano soltanto sull’aspetto favolistico e spettacolare (penso ai remake di Scontro di Titani), altre volte lo si fa attraverso l’urban fantasy, che mischia elementi classici in un contesto moderno/contemporaneo.
Giusto per citare alcuni titoli che ritengo capisaldi del genere, recuperate American Gods, di Neil Gaiman, il Ciclo delle Incarnazioni, di Piers Anthony (che esaminiamo domani), il mai troppo elogiato Thor meets Captain America, di David Brin, La Trilogia di Nikopol (graphic novel di Enri Bilal). Forse non sono i titoli che vengono nominati per primi, quando oggi qualcuno pretende di parlare di urban fantasy, ma questo blog è differente.

American Gods

C’è poi anche tutto il discorso relativo alla narrativa supereroistica, che alla Mitologia attinge a piene mani. Non parlo solo di personaggi quali possono essere i marvelliani Thor ed Ercole o l’Apollo del gruppo Authority, bensì di intere trame e saghe.
Prendete il film The Avengers, campione di incassi ed elogiato dalla critica: il villain principale è Loki, direttamente dalla mitologia norrena, adattata al marvelverso. Ma spesso è soprattutto l’epica di quelle storie, gloriose e tragiche al contempo, a riecheggiare attraverso i superuomini in costumi sgargianti.
Spostandoci dall’altro lato del Pacifico, in Giappone, è impossibile non citare I Cavalieri dello Zodiaco, monumentale anime/manga, interamente basato sui cicli mitologici più famosi e importanti.

Su queste pagine ho poi parlato più di una volta dell’ottimo autore inglese James Lovegrove, che con la sua serie sui Pantheon, composta da libri indipendenti e autoconclusivi, ci ha proposto degli ottimi romanzi di fantascienza distopica, in cui gli Dei del Mito (da più culture differenti) sono tornati sulla Terra, spesso come tiranni o dittatori. Fatevi un giro sulla mia pagina dedicata alle recensioni, per scoprire qualche suo titolo.

Come scrittore, come oramai sapete, sto facendo la mia piccola parte con ciclo La Lancia di Marte (Agonalia, Summanus, Xolotl e presto Tiamat), ma in realtà ho preso spunti dalla mitologia classica in più occasioni, da Due Minuti a Mezzanotte a diverse altre novelette già pubblicate.
Senza dimenticare tutte le immagini in tema, che posto sui miei social network (attualmente soprattutto sul mio profilo Pinterest, da poco aperto).
La passione continua.
Il Mito vive forte in me.

Medusa

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(A.G. – Follow me on Twitter)


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