di Renato Pierri. Sono proprio contento che presidente degli Stati Uniti d’America è ancora Barack Obama e non Mitt Romney. Sono contento come quel servo del raccontino che alle elementari leggevo nel mio bel libro “Sol di maggio”. Letto e riletto cento volte, anche perché in casa non c’erano libri. E’ trascorsa una vita, anzi, mi sembra siano trascorse tante vite, ma il ricordo di alcuni di quei racconti è ancora vivo. Un servo, per ordine del padrone doveva portare in dono ad un gran signore un cesto di bella frutta matura. Il servo era indeciso se portare al gran signore fichi o mele. Alla fine, riempì il canestro di fichi. Ma il signore non gradì il dono, o perché i frutti non eran belli, oppure perché non gli piacevano, oppure perché aveva in antipatia il donatore (il motivo non lo ricordo), certo è che per celia o per dispetto fece legare il poveretto ad un albero, ordinando ai domestici di bersagliarlo con i fichi recati in omaggio. Il servo però non se la prese, ed anzi, ogni volta che riceveva un fico in faccia, sorrideva ed esclamava: «Meno male che non son pomi!». Ecco, perché sono contento come quel servo: per me Mitt Romney è il cesto di pomi, e Barack Obama è il cesto di fichi. I fichi in faccia fanno meno male. Ma mi viene in mente anche un proverbio napoletano: “So’ ddoje maruzze: una fete e n’ata puzza”. La chiocciolina premio Nobel per la pace puzza un po’ meno.
Featured image ritratto ufficiale di Barack Obama.