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Miur, dalla Puglia partiranno i Poli tecnico-professionali

Creato il 23 febbraio 2012 da Lalternativa

Dare vita, partendo dalla Puglia dove ci sono tutti presupposti, a poli tecnico-professionali in cui collaborino scuole, università, centri di ricerche e distretti produttivi, al fine di realizzare un apprendistato intelligente che dia, a chi abbandona precocemente gli studi, sia strumenti utili a trovare lavoro, sia lo stimolo a reintrodursi in un percorso formativo.

E’ questa la proposta lanciata a Bari dal sottosegretario al Miur, Elena Ugolini, nel corso di un incontro sul Piano di azione e coesione nazionale, all’istituto linguistico Marco Polo, al quale hanno partecipato, fra gli altri, il ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca, e l’assessore all’Istruzione della Regione Puglia, Alba Sasso.

Ugolini ha ricordato come la Puglia sia una “regione virtuosa” sia nell’utilizzo dei fondi europei, sia nella lotta alla dispersione scolastica: “dal 2004 al 2010 – ha detto – la percentuale dei giovani che abbandonavano gli studi dopo la licenza media, è scesa dal 30 al 23%”. Ed è su questa percentuale, per Ugolini, che ora bisogna “mettere a frutto la vostra esperienza”, anche per realizzare poli tecnici-professionali interregionali. In Puglia, ha poi aggiunto il sottosegretario, bisognerebbe istituire un polo tecnico sul “turismo con una forte connotazione linguistica su inglese, cinese e tedesco”.

Dal canto suo l’assessore Sasso ha ricordato che “la Puglia é la regione con il più basso numero di docenti”, e ha chiesto al ministro e al sottosegretario di portare all’attenzione del governo questo tema in sede di nuovo riparto: “Serve presto – ha sottolineato Sasso – un riequilibrio” del corpo docente.

“Su questo – ha replicato il sottosegretario – non posso prendere impegni, ma posso garantire che è intenzione del ministero procedere verso l’autonomia delle scuole” per consentire loro di “fare meglio”. Per lavorare meglio, pero’, ha sottolineato il vicedirettore dell’Ufficio scolastico regionale, Ruggiero Francavilla, occorrono anche “più risorse” e la possibilità di poterle spendere. “Quello che stiamo costruendo in questi incontri sul Piano di azione e coesione – ha detto Barca – è un nuovo modo di spendere i fondi comunitari: non facciamoci prendere – ha concluso – dall’ansia di spendere”, anche perché “entro quest’anno dobbiamo spendere”, di un miliardo di euro, “poco più di un terzo”.

 


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