Ratko Mladic all'udienza del 3 luglio
(Foto Icty - http://www.icty.org/)
Prima di questo, il giudice Orie aveva negato a Mladic di lasciare l'aula sulla base delle informazioni dello staff medico del Tpi, secondo la quali “non ci sono state ragioni mediche per rimandare questa udienza”. Parole che hanno suscitato la reazione di Mladic: “Sono malato, metà del mio corpo non funziona, non voglio parlare con lei, mi sta imponendo condizioni impossibili” ha replicato l'ex generale al giudice che lo ha ammonito più volte a “rimanere in silenzio mentre parlo e non interrompermi”. In particolare, Mladic ha rifiutato di farsi difendere dall'avvocato Aleksic, assegnatogli d'ufficio e presente in aula, e di fare dichiarazioni senza il suo avvocato. La tensione ha continuato a salire fino a quando Mladic ha iniziato ad attaccare ad alta voce la Corte ed è stato allontanato dall'aula.
Mladic aveva deciso all'ultimo momento di essere presente in aula oggi, smentendo quanto preannunciato dal suo avvocato Milos Salijc. Dopo l'arresto, il 26 maggio scorso, dopo quasi 16 anni di latitanza, e l'estradizione all'Aia, Mladic era già comparso per la prima volta davanti ai giudici del Tribunale internazionale il 4 giugno, rifiutando di dichiararsi colpevole o innocente. La nuova udienza preliminare era stata, dunque, fissata per oggi. L'avvocato Saljic ieri aveva assicurato che Mladic non si sarebbe presentato in aula, perchè non è stata ancora ultimata la composizione del collegio difensivo. Ma al di là delle questioni formali, è evidente che Mladic sta mettendo in atto la stessa tecnica adottata prima di lui da Milosevic e Karadzic: utilizzare qualunque cavillo procedurale per non riconoscere legittimità al Tribunale internazionale. Purtroppo per lui e per i pochi oltranzisti che lo difendono, però, il Tpi esiste e ha tutti i titoli per giudicarlo e (si spera) condannarlo.
Ratko Mladic Case: dal sito del Tribunale Internazionale