Come ricorda Daniela, domenica 12 e lunedì 13 si vota. I quesiti, a cui vale la pena rispondere sì, servono a:
- fermare la privatizzazione dell’acqua
- togliere i profitti dall’acqua
- fermare il nucleare
- stabilire che la legge è uguale per tutti
Bisogna raggiungere il quorum, devono cioè votare metà degli aventi diritto, più uno, circa 25 milioni di italiani. Mobilitamoci per portarli quante più persone a votare: la campagna ufficialmente finisce venerdì 10, ma nel nostro piccolo, privatamente, possiamo continuare a spargere la voce, invitare ai seggi le persone che conosciamo, anche una sola può fare la differenza, e non è mai tardi!
Daniela ed io abbiamo dato tantissimo in questa campagna referendaria, e siamo solo due tra le migliaia di volontari che da mesi rinunciano ad ore di sonno, tempo per la famiglia, per i propri interessi e persino ad ore di lavoro. Lo facciamo perché ci stiamo giocando il nostro futuro, e quello dei nostri figli. Domani nostro figlio potrebbe chiederci:
Papà, mamma, ma voi dov’eravate quando ci hanno portato via il diritto all’acqua?
Noi sapremo cosa rispondergli. E’ per questo che ci siamo impegnati tanto, non avevamo scelta.
Abbiamo lottato con compagni capaci, tenaci, ottimisti oltre l’evidenza. Persone completamente diverse dai politici, che ci hanno snobbato fino all’ultimo e adesso tentano di combatterci o di saltare sul nostro carro, sperando che sia quello dei vincitori. I mezzi di comunicazione di massa, piegati al loro volere, non parlano mai del comitato. Nei dibattiti spuntano personaggi viscidi il cui lavoro è fare in modo che i ricchissimi continuino a diventare ancora più ricchi a scapito dei diritti di tutti gli altri.
Ma in questa campagna l’Italia è già un po’ cambiata. Le persone hanno capito che la proprietà pubblica è di tutti, anche loro. Nei comitati per l’acqua abbiamo imparato ad ascoltare gli altri e ad accoglierci. Abbiamo studiato e ci siamo già riappropriati di un’altro bene comune: la conoscenza. Abbiamo praticato la politica attraverso la democrazia.
Mi viene sempre più in mente Gandhi: “Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci”.
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