Ci sono momenti della vita di una donna in cui ci si rende conto che un passo falso può essere fatale. Tipo quando devi scegliere l’outfit per un evento cruciale con la consapevolezza che agli eventi sociali l’unico passatempo delle altre donne è criticare quello che indossi, con una spietatezza di cui neanche Carla Gozzi ed Enzo Miccio sarebbero capaci. Pur auspicando vanamente di reincarnarmi in una persona naturalmente dotata di buon gusto come Lauren Conrad (o anche qualcuna di meno eletta sempre facente parte del suo entourage color pastello), ho trascorso le ultime serate cliccando su “Apri in un’altra scheda” sul sito di ESPRIT cercando qualche idea per un abito da indossare ai vari matrimoni a cui devo partecipare quest’estate: è pazzesco che in quasi trent’anni non sia mai stata ad un matrimonio (se non quand’ero bambina) e quest’estate ne ho praticamente uno al mese con la conseguente escatologica questione “cazzo mi metto?!”.
Conoscevo già di nome ESPRIT, per averlo visto in qualche campagna pubblicitaria e forse in qualche vetrina, ma come spesso mi accade in fatto di abbigliamento (cosa che purtroppo non succede mai con la cosmetica), il nome era scivolato nel dimenticatoio. Sfogliando le pagine virtuali del sito mi sono invece ritrovata a scoprire delle interessanti proposte di abiti prêt-à-porter, di tendenza pur nella loro semplicità, privi di fronzoli, come piace a me, e a prezzi davvero ragionevoli. Tuttavia a colpirmi sono stati gli outfit più eleganti e la sezione “Abiti da cerimonia” ha subito suggerito qualche soluzione decisamente solleticante alla mia immaginazione piatta, che per genetiche semplificazioni ingegneristiche non sa andare oltre all’accostamento nero-nero, nero-bianco, nero-un colore.
Innanzitutto mi hanno colpito gli abiti lunghi, che bramo da tempo immemore ma per cui non ho mai trovato un’occasione adeguata. Dall’intramontabile grigio perla che fa subito cerimonia, al blu notte dalla gonna svolazzante. Tuttavia il mio cuore è stato immediatamente catturato da quello con motivo floreale su fondo panna: l’eco della primavera (“fiori a primavera, avanguardia pura”) non può restare inascoltato.
A livelli pratici tuttavia so che l’abito corto è quello più riutilizzabile in diversi contesti, ed è per questo che resta sempre quello più gettonato. Ovviamente i tagli morbidi, color corallo, con oblò sulla schiena vincono facile, andando incontro ai miei gusti faciloni.
Seguono a ruota un evergreen come il tubino in pizzo rosa cipria, emblema di sobria eleganza (un altro colore, dopo il giallo, sdoganato anche alle carnagioni color muro come la mia) ed il sofisticatissimo abito con taglio a trapezio e decoro sul collo di una gradazione di blu semplicemente perfetta.
Tuttavia la mia indole bassamente bucolica mi tenta molto in direzione del motivo floreale declinato in tagli e colori di fondo completamente diversi ma comunque irresistibili.
Insomma tutta questa scelta mi ha creato ancora più confusione ed io che non sono pratica di matrimoni brancolo nel buio per cui aspetto caldamente i consigli di veterane che ormai hanno presenziato a qualsiasi cerimonia e sanno esattamente cosa si indossa e come. Illuminatemi!