Black and white,
Stella McCartney
In questo periodo di austerity capisco bene che anche la moda si debba adeguare, ma secondo il mio modestissimo parere stiamo un po' esagerando.
Già da tempo avevo visto che la moda attorno a me - quella che io non vesto, quella della gente che si autodefinisce normale - si stava un po' appiattendo ai limiti dell'invisibilità. Colori smorti, linee morbidissime o rettissime e rigide, pochissimi decori, abbellimenti ed accessori.
Scarpe escluse, che al contrario tendono sempre più al vistoso, il look che ci propongono - e in alcuni casi ci propinano - pare proprio voler dire: scusate, mi metto in un angolo, non mi si noterà neanche.
Charlie Chaplin, D&G
Quelli proposti nella galleria di Vogue - che potrete trovare qui - sono solo pochissimi esempi delle ultime collezioni presentate, ma, a parte qualche picco di originalità in D&G mi pare che la tendenza all'anonimato sia generale.D&G infatti propone un outfit femminile molto originale, elegante e divertente allo stesso tempo: giacca doppiopetto nera, pinocchietto in tinta e bombetta. L'unico elemento che mi fa un po' storcere il naso è l'abbinamento calzino altezza polpaccio- scarpa da uomo: dal mio punto di vista è davvero inguardabile - già su un uomo, figuratevi su una donna - ma proprio per questo è coerente con l'originalità intrinseca in tutto l'outfit.
Snake Fever, Prada
Altre idee stravaganti - e piuttosto sciatte, aggiungerei - le mette in campo Prada, con un copriabito che non saprei davvero definire a parole. E se proprio non vogliamo entrare nel merito della forma, del tessuto e del colore del copri abito, mi pare che l'accostamento con gli stivali azzurro cielo parli da sè.
Punte quadrate, Marc Jacobs
Il picco massimo della sciatteria la raggiunge Marc Jacobs con delle scarpe a dir poco orribili: le punte quadrate non mi piacevano neppure quando erano di moda, figuriamoci adesso che, bene che vada, sono un mero revival - e sì che di revival ciclici vive la moda..
Bianco di sera,
Yves Saint Laurent
Il premio per l'abito più anonimo va sicuramente ad Yves Staint Laurent: le tunichette bianche hanno un loro fascino sino ai nove anni, età dopo la quale vengono relegate nei più intimi angoli degli armadi dei più. Il tipo di scollo, che lascia scoperte le spalle mentre chiude completamente decoltè e collo, movimenta leggermente il tutto, ma non riesce di certo a riportare il vestito ai livelli minimi di vestibilità. La sottile cintura dorata è una scelta discutibile, ma, almeno, segna il punto vita evitando l'effetto sacco.
Da sfegatata amante degli eccessi quale sono, capirete bene che questo tipo di moda ha per me lo stesso brio e lo stesso gusto di un minestrone annacquato e senza sale.
Che ci stiano tenendo a stecchetto?