Leggevo stamattina un interessante articolo in cui si racconta che Greenpeace ha analizzato capi d'abbigliamento, dall'intimo ai jeans, disegnati sia per adulti che per bambini. Ebbene dall'analisi è risultato che alcuni capi d'abbigliamento risultano contaminati da sostanze tossiche che potrebbero alterare il sistema ormonale: in particolare i capi sotto accusa risultano contaminati da alti livelli di ftalati tossici, e altri due presentano tracce di un'ammina cancerogena derivante dai coloranti azoici. La denuncia è stata pubblicata nel rapporto «Toxic Threads - The Fashion Big Stitch-Up».
C'è da dire che non è una novità che le industrie tessili siano causa di inquinamento: in genere i fiumi presenti nelle vicinanze di queste aziende sono spesso contaminati da sostanze tossiche. Le stesse sostanze, riscontrate anche sui capi d'abbigliamento, potrebbero contribuire a proseguire l'inquinamento, nel momento in cui a casa nostra laviamo i capi d'abbigliamento.
Dal rapporto di Greenpeace sotto accusa alcuni capi di Zara, ma non solo: Metersbonwe, Levi's, C&A, Mango, Calvin Klein, Jack & Jones e Marks & Spencer. Il motivo? probabilmente la realizzazione di questi capi nel sud del mondo e senza controlli ma con l'unico obiettivo di offrire capi a basso prezzo.
Già il basso prezzo che spesso attrae ma non rispetta nè l'ambiente nè, a quanto pare, l'uomo.
Voi vi date delle regole quando fate shopping o quando dovete acquistare un capo d'abbigliamento? Controllate la provenienza?
Buongiorno...e se vorrete stasera a Tandem parleremo di Ambiente e Natura.
Amoon