No rain, no grain.
E’ un dato di fatto: i modelli meteo-climatici tradizionali sono del tutto stravolti. I meteorologi (?) si arrampicano sugli specchi senza ventose per giustificare le più disparate aberrazioni atmosferiche. I primi mesi invernali, soprattutto nell’Italia centro-settentrionale, sono stati all’insegna della siccità. Rare ed esigue le precipitazioni piovose e nevose, ridotti livelli idrometrici di laghi e fiumi, primi incendi, riserve idriche scarse per l’agricoltura, inquinanti che ristagnano su pianure e valli, vista la penuria di piogge e considerata persino la debolezza o l’assenza dei venti: questo è l’inquietante quadro di un inverno, anzi inferno chimico.
Nel mese di dicembre 2015 è stato rilevato il 91% di precipitazioni in meno rispetto alla media; nel primo mese del 2016 in Italia sono caduti praticamente gli stessi millimetri di pioggia di agosto.
Le associazioni degli agricoltori, con infinita improntitudine ed intollerabile ipocrisia, lanciano l’allarme. Le preoccupazioni per gli effetti dell'inquinamento in città sulla salute si sommano a quelli per l’aridità. Particolarmente grave è la mancanza di neve che rappresenta una scorta importante atta a garantire gli afflussi d’acqua per i raccolti agricoli nei prossimi mesi.
E’ allarme per le carenze idriche dei fiumi. Sul Po sembra di essere in estate, con quote idrometriche che sono inferiori di circa due metri rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La situazione è grave anche in riferimento ai laghi che a fine gennaio si trovavano prossimi ai minimi storici del periodo: il Lago Maggiore era al 17% della sua capacità, il Lago di Como era addirittura sceso al 12 %, mentre quello di Garda si attestava al 33%.
Intanto gli “esperti” cianciano di un superanticiclone europeo: è un’area di alta pressione, senza dubbio artificiale, che tiene lontane le poche perturbazioni che tentano di affacciarsi sul continente. Quando, per qualche fortuita e fortunata circostanza, un sistema di bassa pressione riesce faticosamente ad infiltrarsi in un varco delle barriere igroscopiche, esso è talmente debole che, a mala pena, si traduce in un piovasco del tutto insufficiente per le esigenze urbane, industriali ed agricole oltre che per gli equilibri degli ambienti naturali.
E’ significativo che qualche meteorologo mainstream, di fronte alla sistematica smentita dei modelli previsionali ed al sovvertimento delle manifestazioni atmosferiche, si dimostri incline ad ammettere che qualcuno sta agendo per inficiare i processi naturali.
E’ ovvio che la principale, anzi unica causa di questo disastro climatico ed economico è la geoingegneria bellica: né il biossido di carbonio né il traffico automobilistico c’entrano alcunché con quanto sta accadendo. Che cosa sta accadendo? Assistiamo alla criminale applicazione dell’Agenda 21, ossia alla distruzione dell’apparato produttivo composto dalle piccole e medie imprese, al progressivo immiserimento della popolazione, all’ingegnerizzazione della natura per consentire alle multinazionali di prendere il controllo delle risorse, dell’acqua, delle sementi, del cibo.
Il Nuovo ordine mondiale è qui, anche se molti non se ne sono ancora resi conto.
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