Siete in tempo fino all’11 gennaio per visitare la mostra Models. Man Ray alla Fondazione Marconi di Milano. In occasione della pubblicazione dell’omonimo volume (Carlo Cambi Editore), saranno esposti una serie di scatti originali del poliedrico artista, 83 fotografie scattate tra il 1920 e il 1940 alle donne che amava frequentare, custodite gelosamente e poi raccolte in un album di ricordi.
È un diario amoroso nel quale l’artista si sofferma su volti, capigliature, sguardi, e dettagli fino a rivelare corpi perfetti e la bellezza di danzatrici africane e di ballerine anonime, di muse ispiratrici e di affascinanti modelle. Kiki de Montparnasse (ALice Prin), la pittrice Meret Elisabeth Oppenheim, la modella Natasha, l’assistente fotografica Lee (Elizabeth) Miller, Nusch (moglie del poeta Paul Eluard).
Un diario prezioso, un’antologia intima, il suo universo femminile.
Negli scatti si possono notare sperimentazioni e giochi visivi. Man Ray, militante convinto prima del Dadaismo e poi del Surrealismo, si spinge anche in fotografia verso soluzioni operative curiose. Vi è una continua sperimentazione in Man Ray: doppie esposizioni, stampe in negativo, solarizzazioni, inquadrature inusuali. Il primo contatto del fotografo con la moda arriva poco dopo il suo arrivo a New York, nel 1921. Paul Poiret stava cercando qualcosa di originale, un fotografo che sapesse introdurre motivi di sorpresa e novità all’immagine stereotipata della moda. Man Ray inizia così a collaborare con Vogue France, Harpen’s Bazaar e Vogue America. Secondo lui alla fotografia di moda è chiesto di suggerire più che di illustrare, di evocare un clima piuttosto che di documentare in modo preciso e dettagliato un abito.
Man Ray (“Uomo Raggio”), nome d’arte di Emmanuel Radnitzky, nasce a Philadelfia il 27 agosto 1890. Artista dalle mille sfaccettature, a New York rifiuta una borsa di studi in architettura per dedicarsi completamente all’arte. Nel 1914 acquista la sua prima macchina fotografica per immortalare le sue opere artistiche. Conosce Marcel Duchamp e insieme formano il ramo americano del movimento Dada ma senza successo e i due, diventati ormai grandi amici, si trasfericono a Parigi. Il successo Parigino di Man Ray è dovuto alla sua abilità come fotografo, soprattutto di ritrattista. Il suo studio fotografico è frequentato dalla Parigi bene, alla ricerca di un ritratto diverso dall’usuale. Man Ray rivoluzionò l’arte fotografica. Grandi artisti dell’epoca, come James Joyce, Gertrude Stein, Jean Cocteau e molti altri, posarono di fronte alla sua macchina fotografica. Nel 1922 Man Ray produce i suoi primi fotogrammi, che chiama ‘rayographs’.
Man Ray è il primo fotografo surrealista. La produzione dei suoi lavori di ricerca va di pari passo con la pubblicazione delle sue fotografie di moda su Vogue. Con scoppio della seconda guerra mondiale è costretto, dato la sua origine origine ebrea, a rientrare negli Stati Uniti. A Los Angeles insegna fotografia e pittura ed espone in varie mostre le sue fotografie, Finita la seconda guerra mondiale, Man Ray ritorna a Parigi, dove vivrà fino al giorno della sua morte,considerando Montparnasse la sua vera casa. In questi anni della sua vita continua a dipingere ed a fare fotografie. Nel 1975 espone le sue fotografie alla biennale di Venezia. Si spegne il 18 novembre 1976.