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Modena: settimane di tortura per gelosia.

Creato il 01 settembre 2011 da Yourpluscommunication

Modena: settimane di tortura per gelosia.“Ti brucio viva” sembra quasi il ritornello cantato dai Clan Zero, in tutta Italia. Invece, a suonarle, questa volta, non è stata la caricatura della gelosia siciliana.

Siamo a Modena all’interno di un appartamento dove un italiano di quarantatre anni, seviziava il padre e la fidanzata, una bielorussa di quarantanove anni.

A dare l’allarme, martedì pomeriggio, è stato lo zio dell’uomo. Ha chiamato il 113 di Modena, per denunciare il nipote che picchiava l’anziano padre e teneva segregata in casa la propria fidanzata.

I poliziotti della volante, arrivati nell’appartamento, hanno trovato l’anziano con evidenti lesioni da percosse e hanno proseguito, allora, la ricerca della donna in un appartamento attiguo.

Z.S. avendo visto arrivare la polizia, ha subito liberato la donna ma, non è servito a nulla. Le tumefazioni riportate al volto e alle gambe erano più loquaci delle parole che, successivamente, sono arrivate dalla donna per spiegare ai poliziotti come l’uomo, ossessionato dalla gelosia, l’aveva legata al letto con catene e lucchetti, sottoposta a percosse, bruciata con sigarette, torturata con un’arma da taglio e drogata con psicofarmaci.

Agli agenti è bastato verificare la compatibilità delle lesioni presenti sugli arti della donna con le catene trovate sul letto per confemarne la veridicità.

Poi, perquisendo la casa, hanno trovato un impianto di registrazione di immagini della camera da letto. Registrazioni, che finivano archiviate su un hard disk. Il tutto è stato sequestrato insieme ad un pc ed un laptop.

Il padre e la donna, medicati in ospedale hanno riportato, per lei, un trauma cranico e toracico, un trauma policontusivo del tronco e degli arti, oltre a varie ustioni da sigaretta guaribiliin un mese, per il padre contusioni per percosse ed una prognosi di 15 giorni.

Per l’incubo durato tre settimane, finalmente, è finito con l’arresto per sequestro di persona, lesioni personali e maltrattamenti.
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Marina Angelo


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