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Cristianofobia è termine al quale Benedetto XVI pare assai affezionato, ma che è tanto improprio a definire ciò che arma la mano di chi ammazza i cristiani da far pensare che Sua Santità voglia confonderci.Se -fobia vuol dire fifa, infatti, quella è dei cristiani. E a buon motivo, perché chi è fatto oggetto di minaccia è fisiologico l’abbia. Sono i musulmani a metter fifa ai cristiani, in questo caso, e dunque l’unica -fobia che può aver senso in un tale contesto sarebbe un’eventuale islamofobia dei cristiani.Se poi -fobia sta a indicare qualcosa di patologico (“paura angosciosa per lo più immotivata” – Devoto-Oli), e usando cristianofobia si vuole fare intendere che ad armare la mano contro i cristiani sia solo follia, mossa dalla malata percezione che essi costituiscano una minaccia per il mondo islamico, beh, questo è un poco disonesto.
La Chiesa, infatti, ama definirsi casta meretrix, paragonandosi a Raab, la puttana di Gerico che offrì protezione e complicità alle spie di Giosuè per far cadere la città: anche quando indigeni, i cristiani hanno sempre un’altra patria da servire e neanche lo considerano un tradimento, proprio come Raab, che Paolo cita come esempio di vera fede.Dal canto loro, i musulmani nutrono un attaccamento morboso a Gerico, pardon, volevo dire alla propria società, un attaccamento che fonde fede, sangue e terra in un solo feticcio: tutta immotivata la loro percezione dei cristiani come nemici in casa? Chi coniò la sprezzante espressione in partibus infidelium, che ha implicito il disprezzo per la fede musulmana, per indicare la sua presenza missionaria nelle terre dell’islam?