Un salto alla Estorick Collection è sempre un grande piacere, anche se data la distanza che la separa da casa mia bisogna considerala un vero e proprio viaggio. Ma ne vale sempre la pena che questo piccolo museo tra Angel e Islington, nella georgiana Canonbury Square al Nord-Ovest di Londra merita un po’ di tempo. Se non altro perché è l’unico museo nell’intero Regno Unito completamente dedicato all’arte Italiana del XX secolo, fondato dallo scrittore e sociologo Eric Estorick (1913–93), che cominciò a collezionare arte quando si trasferi in Inghilterra dopo la Seconda Guerra Mondiale Estorick, e da sua moglie l’anglo-tedesca Salome Dessau (1920–1989). Sposatisi nel 1947 I due andarono in luna di miele in Italia, dove conobbero Umberto Boccioni e scoprirono i Futuristi ed artisti come Mario Sironi. Nel 1994, alla morte di Eric la collezione Estorick fu donate alla nazione e trasferita nel magnifico edificio georgiano che la ospita.
Oltre ad una piccola ma magnifica collezione permanente incentrata prevalentemente sul Futurismo (ma con altri grandi nomi come il suddetto Sironi, Medardo Rosso, Giorgio Morandi e Marino Marini, la Estorick offre sempre un’interessante programma di mostre mirata a promuovere e far conoscere l’arte Italiana del XX secolo sul territorio britannico. E così dopo il Divisionismo, Cinema Italia, gli Anni della Dolce vita e Renato Guttuso è il turno di dedicare una mostra a Modigliani.
Caryatid, c. 1916. Private Collection
Nato a Livorno in una famiglia ebrea, Amedeo Modigliani (1884-1920) rientra perfettamente nello stereotipo dell’artista maledetto. Arriva nella Parigi delle avanguardie nel 1906, conduce una vita tutto sesso, droghe e rock’n roll per poi morire di tubercolosi a soli trentacinque anni. Non sorprende pertanto che la sua la sua leggendaria vita dissoluta e bohemien gli valse il soprannome Modì – che lungi dall’essere un accorciamento del suo cognome, gioca sulla parola francese maudit, maledetto. Questa irrequietezza non si rifletteva tuttavia nella sua arte, limitata quasi esclusivamente alla rappresentazione della forma umana. A parte una manciata di paesaggi, dipinti nel sud della Francia nel 1918, la sua produzione è composta quasi interamente di nudi e di ritratti, la cui ispirazione ha radici varie nel Primo Rinascimento e Rococò, cosi come nell’arte di Toulouse-Lautrec, Cézanne e Brancusi oltre alla scultura africana, asiatica e greca.
Amedeo Modigliani, Adrienne, 1909, blue ink wash on paper. Courtesy of 20|20 International Art Fair
Ma al contrario di altri poser, che si atteggiavano ad artisti senza esserlo, Modigliani era davvero un genio e il suo amico Paul Alexandre lo capisce subito e da subito comincia a collezionare le sue opere, molte delle quali possiamo ammirare fino a domenica 28 Giugno alla Estorick in questa deliziosa mostra Modigliani: A Unique Artistic Voice insieme ad altri capolavori provenienti da collezioni private e dalla galleria stessa. Si dice che Modigliani fosse famoso per il suo lavoro rapido e che completasse un ritratto in una o due sedute e, una volta terminati, non ritoccava mai i suoi dipinti. Ma guardando questi suoi schizzi e disegni, realizzati con pochi tratti eppure così espressivamente perfetti uno capisce per davvero cosa intendessero dire coloro che, fattisi ritrarre dall’artista, avevano detto che essere ritratti da Modigliani era come “farsi spogliare l’anima”…
Amedeo Modigliani, Kneeling Blue Caryatid, c.1911 Courtesy of Richard Nathanson, London
Fino al 28 Giugno,
The Estorick Collection of Modern Italian Art
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