Del trio emiliano-romagnolo mi occupai all’epoca dell’uscita di Migranti. Ora si ripresentano con un ep di soli quattro pezzi, durante il quale si misurano sempre col loro lato più virulento, per così dire. Le coordinate rimangono le medesime, cioè un’appassionata riproposizione dell’amore per scorrazzate chitarristiche fugaziane, sia nell’apertura di “Teosinte”, sia in “Cattedrale”, qui con le opportune pause di riflessione, vedi alla voce arpeggi più melodici nella lunga coda strumentale. Non manca mai il ricorso a testi certamente ermetici ma di stampo riflessivo, come si evince dalla sofferta “Autodafè”, che è articolata al punto giusto, mentre la chiosa di “Jack Ometti” è più una classica variazione sul tema: questa volta i tre imbracciano le chitarre acustiche e ospitano il violoncellista e contrabbassista Alessandro Ceccangeli (protagonista del suggestivo e breve finale), mettendo in pratica una sorta di blues palustre, malinconico e nebbioso come la pianura Padana, che sicuramente conosceranno bene. Lavoro onesto e ben calibrato, c’è poco altro da aggiungere.
Tracklist01. Teosinte
02. Cattedrali
03. Autodafè
04. Jack Ometti